AudioGallery, la nuova rivista di chi ama ascoltare (bene) la musica

L’avevamo preannunciato nell’editoriale di settembre e, passando dalle parole ai fatti, la prima edizione di AudioGallery è già in distribuzione nelle edicole da un paio di settimane, in anticipo rispetto al programma che ne prevedeva la disponibilità dal 16 ottobre 2016. Merito del buon lavoro svolto da una redazione ampia e rinnovata diretta da Andrea Della Sala.

Per chi non lo sapesse parliamo di una rivista fatta da audiofili per gli audiofili, ossia da e per chi ama ascoltare la musica ben riprodotta.

Tra le firme che hanno contribuito a realizzare il primo numero di AudioGallery troviamo Marco Benedetti, Fulvio Chiappetta, Marco Cicogna, Massimo Cives, Gian Piero Matarazzo, Claudio Mazzotti & Andrea Morandi, Giacomo Pagani, Giulio Salvioni e, ovviamente, Andrea Della Sala.

La rivista include una sezione musicale a cura di Marco Cicogna, dedicata alle opere discografiche di grande valore artistico incise su vinile: “Musica senza tempo di cui nessun appassionato melomane può fare a meno”.

Da non perdere sono anche le rubriche AudioFile e AudioRetrò prodotte, rispettivamente, da Giulio Salvioni e da Fulvio Chiappetta. Il primo affronta il tema dell’audio digitale in modo divulgativo e con termini semplici, per consentire ad un pubblico più vasto di sfruttare al meglio una tecnologia che mette a disposizione degli audiofili “ottima qualità a prezzi tutto sommato convenienti”. Il secondo ci racconta dell’Audio Note Ongaku, l’amplificatore che ha segnato “la nascita del super high end” ed ha aperto le porte ad un’intera generazione di elettroniche di grande successo a dispetto del costo assolutamente spropositato. Un prodotto la cui storia e il cui suono non possono essere ignorati da nessun audiofilo.

Non di meno gli analogisti apprezzeranno l’articolo dello stesso autore dal titolo “Il fruscio del vinile”, dove l’ing. Chiappetta espone le motivazioni per cui la rumorosità che da sempre affligge il disco nero si rivela all’ascolto assai meno deleteria di quanto si potrebbe supporre.

Ma gli argomenti più attesi dagli appassionati di audio ad alta fedeltà sono probabilmente le recensioni degli apparecchi scelti tra i più interessanti disponibili sul mercato e che, per dirlo con le parole di Andrea Della Sala: “noi stessi in primis vorremmo ascoltare anche se non esistesse alcuna pagina da scrivere”.

AudioGallery ne conta ben 9 di assoluto valore. Vediamo di cosa di tratta.

La copertina è dedicata al Sondek LP12 Klimax, il prodotto di riferimento della Linn al quale è riservato l’articolo centrale “AudioStar”: “È facile affermare che la versione Klimax sia superlativa”.

Di questo giradischi si parla anche nel contro editoriale in chiusura della rivista, con la testimonianza di Mauro Neri che nel 1976 ha recensito uno dei primi esemplari ufficialmente distribuiti in Italia. Dopo 40 anni si può serenamente affermare che chi allora acquistò quel giradischi può esserne fiero ancora oggi. Quali altri prodotti industriali possono vantare altrettanta longevità?

Un altro giradischi di riferimento che ha fatto la storia dell’alta fedeltà, è il Technics SL 1200, qui recensito da Marco Benedetti e Massimo Cives, felici per il ritorno in catalogo di un giradischi a trazione diretta di alta qualità, sunto di quasi 50 anni di storia dell’hi-fi ed oggi disponibile in una attualissima edizione.

In prova sul primo numero di AudioGallery anche i diffusori Elac BS 312, sistema di altoparlanti a 2 vie dalle dimensioni ultra compatte (21x12x28 cm) e dal suono “molto, molto grande” e potente, ma “è la gamma medio alta a rendere di un’altra categoria il diffusore in prova”. Completa la recensione un incorniciato di Gian Piero Matarazzo che spiega le particolarità del tweeter Jet, la cui tecnologia richiama quella messa a punto da Oskar Heil e sviluppata in modo assai interessante alla luce dei nuovi complessi magnetici oggi disponibili.

Trattandosi di uno “Speciale Audio Analogico” non mancano altre recensioni di giradischi e relativi complementi. Un corposo articolo è dedicato al sistema della Klimo, composto dal giradischi Beorde, braccio Bliant, testina Klinge e pre fono Lar Gold Plus, il tutto a cura di Claudio Mazzotti e Andrea Morandi (altrimenti noti con lo pseudonimo Andio Morotti); c’è poi il giradischi SME Model 15A con braccio SME V da 12″ e fonorivelatore a ferro mobile Soundsmith Zephyr MIMIC. L’articolo è redatto da Giulio Salvioni, che sullo stesso numero ha recensito anche lo straordinario giradischi TechDAS Air Force III, con braccio Graham Phantom Elite, una gloriosa testina Koetsu e pre fono Allnic H3000 V.

Giacomo Pagani, invece, ha provato la testina laser DS Audio DS-W1. Si tratta di un fonorivelatore assolutamente analogico, con tanto di puntina e cantilever, solo che al posto dei classici sistemi di trasduzione elettrodinamici/magnetici impiega un fotoricettore che genera una tensione analogica proporzionata al movimento dello stilo.

Completa la panoramica delle recensioni la prova delle elettroniche Heed Audio Thesis Phi  e Thesis Pi greco (preamplificatore fono con relativo alimentatore), nonché del Boulder 1008 (altro preamplificatore fono di altissimo lignaggio) a cura rispettivamente di Giacomo Pagani e del duo Claudio Mazzotti e Andrea Morandi.

La rivista include anche pagine di notizie e l’intervista ai titolari del centro hi-fi Key Systems di Roma, specializzato nel set up del Linn Sondek LP12.

Non mancano i riferimenti al prossimo numero, in edicola a Natale, che sarà quasi interamente dedicato a sistemi di altoparlanti di recente commercializzazione come gli Spendor SP200, i Fostex G1003MG, i Graham LS5/9, gli abbordabili e musicalissimi Opera Prima e Sua Maesta Bowers & Wilkins 800 D3.

Stampata su carta patinata da 90 grammi è acquistabile esclusivamente nelle edicole al prezzo di 5 euro, vi invitiamo quanto meno ad andare a sfogliarla.

Author: Redazione

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4 Comments

  1. Salve redazione, approfitto per fare due commenti e una richiesta:

    1- invitate anche solo sfogliare la rivista, bellissimo, solo che in taluni posti è espressamente vietato da cartelli sfogliare le riviste, pretendono l’acquisto a “scatola chiusa”, fatevi sentire.

    2- per chi non è in grado di acquistare i soliti prodotti hi-hi-hi-hi-hi-end (di cui sembra che solo loro possano essere la vere quintessenza della riproduzione musicale) neanche facendo dei mutui, chiedo questo, non pretendo di recensire compattoni stile anni ’70 di plastica, ma rendere fruibile il vostro lavoro a tutti recensendo anche prodotti dal costo normale. Anche un giradischi, un lettore cd da 300 euro credo possano dare delle soddisfazioni e vanno trattati con lo stesso rispetto di uno da 3000.

    Richiesta: c’è un motivo che possa essere reso pubblico del perchè gli arretrati debbano costare il doppio del prezzo di copertina più spedizione? Invece di agevolare il lettore che svuota le giacenze ritengo che lo stesso si senta molto molto punito da un simile trattamento economico. Grazie e buon lavoro

  2. Sono interessato ad approfondire questo interessante mondo.
    Grazie
    Giovanni Santerre

  3. perchè non uscite più? che fine ha fatto il numero nov-dic 2017?

  4. Egr. direttore ADS
    la ringrazio pubblicamente per avere scritto nella Sua recensione delle TAD nell’ultimo numero di audiogallery che appena spacchettate erano inascoltabili.Grazie ed ancora grazie.E che solo con il passare dei giorni le cose lentamente si sono messe a posto.Ricordo il grande Andio Morotti in una ormai vecchissima recensione di un’HIdream scrivere “accendete l’impianto ed andatevene.Tornate il giorno dopo o meglio l’indomani”
    Allora signori tutti quei recensori (americani compresi) che appena accendono l’impianto raggiungono il nirvana ci raccontano…….(in sicilia le chiamiamo minchiate) o forse non hanno neanche l’apparecchio che dicono di star provando.Non esiste nessun oggetto di hifi che appena acceso funziona bene.A tal proposito ricordo di avervi mandato una mail nella quale ero molto perplesso della recensione delle Kharma DB11s apparsa su audioreview dove si pretendeva di dare un giudizio su queste casse dopo appena un pomeriggio di ascolto!!
    Siccome queste casse io le ho comprete appena sballate facevano schifo.bassi vergogniosi, confusione e mia mostruosa delusione.Solo dopo circa 200 ore ma solo dopo 600 per la verità il basso è diventato magicamente coerente con tutto il resto e le casse suonano per quello che costano.ma sono convinto che amalgamandosi con il passare del tempo con i cavi e con il resto dell’impianto il suono avrà ulteriori perfezionamenti.
    Grazie ancora Direttore per la sincerità.Lei quelle casse le ha sentito per davvero.
    bruno

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