Marantz TT-15S1

Non più un nostalgico revival, la passione per il vinile ha i piedi per terra

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Se per due numeri consecutivi di AUDIOreview ci troviamo a discorrere di giradischi, un motivo ci dovrà pur essere. Il fatto è che la passione per il vinile (e di conseguenza per la sua corretta riproduzione) continua la sua costante evoluzione, e oggi più che mai sono davvero in tanti ad apprezzare un buon LP.

Sembrava un genere destinato all’estinzione, allorché l’avvento del CD, con la sua innegabile semplicità d’impiego, trasformava rapidamente gli impianti di
riproduzione domestica. Per alcuni l’ascolto del disco nero rimaneva comunque il vero riferimento nella riproduzione musicale; a fronte di appassionati che cedevano per un pugno di lire intere collezioni di dischi, c’erano altrettanti musicofili che coglievano l’occasione per arricchire la propria libreria con titoli rari che, probabilmente, ad alto prezzo nel normale negozio non avrebbero mai pensato di acquistare.

Resistevano gli impianti analogici, testimonianza di un passato non più commercialmente vivace, ma indubbiamente glorioso, e resistevano alcuni costruttori “di nicchia”, caparbi sostenitori di un modo (a loro dire) sano ed equilibrato di fruire la musica da molti paragonato ad uno “slow food” in contrapposizione al “fast food” del digitale. Col tempo proprio i sistemi digitali sono andati inesorabilmente migliorando (a tacere dei nuovi formati ad alta densità e multicanale, di cui una rivista come la nostra non può non seguire con attenzione le cronache), ma l’analogico ha continuato a vivere un’esistenza parallela. Praticato da un manipolo di audaci, snobbato da qualcuno, rispettato da molti.

Negli anni ’90 abbiamo poi assistito alla nascita di etichette discografiche specializzate nella riedizione di vinile di grande qualità. Soprattutto in Italia si sentiva la mancanza di stampe di alto livello; i dischi di classica stampati nel nostro paese erano infatti tra i peggiori a livello europeo. Non a caso chi poteva se li andava a comprare in Germania, o ricorreva alla vendita per corrispondenza. Le nuove ristampe dei grandi master dell’era dell’analogico hanno “modernizzato” il mondo del vinile, che rischiava di diventare un club elitario per collezionisti capaci di spendere fior di quattrini per vecchie stampe circolanti.

Di pari passo c’è stata una rinnovata attenzione verso le sorgenti analogiche da parte di costruttori importanti. Nuovi marchi sono giunti sul mercato proponendo sistemi di lettura di semplice ed efficace installazione, un analogico dal volto umano che ha consentito ad una nuova generazione di appassionati di far girare nelle sale da musica (o nel più semplice “soggiorno”) il buon vecchio disco nero. Ci sono ormai audiofili “aggiornati” che affiancano al sistema multicanale di orientazione home theater anche un sistema tradizionale stereofonico ad “elevate prestazioni musicali”.

Non di rado in questi sistemi trova posto un giradischi.

La passione per il vinile non è allora un nostalgico revival. Con 1000 Euro o poco più si può disporre di un sistema di lettura che ha tutte le carte in regola per entrare nelle case di molti audiofili. Non a caso vi sono importanti marchi che hanno utilizzato al meglio tecnologia avanzata ed economie di scala per realizzare impianti di alto profilo che sposano tradizione ed innovazione. Prodotti di alta qualità ad un prezzo accettabile, prodotti che si distinguono dal punto di vista costruttivo ma anche in termini di prestazioni musicali dall’ambito incolore dell’hi-fi di bassa lega che affolla i centri commerciali (“mid-fi” la definiscono i commentatori di lingua inglese).

A noi piace puntare in alto e scoprire lo stato dell’arte della riproduzione sonora, ma l’olimpo dell’high-end non potrà mai fare i grandi numeri di cui il mercato ha bisogno. Il rilancio dell’alta fedeltà, la scommessa di poter far entrare in ogni casa un impianto adeguato ad ogni genere musicale, si vince con il più elevato rapporto tra qualità e prezzo.

La testina in dotazione è un'ottima Clearaudio.

La testina in dotazione è un’ottima Clearaudio.

Qui si giocano le battaglie decisive. Sotto questo aspetto appare decisamente convincente la nuova gamma Premium proposta da Marantz, fine equilibrio tra classico e moderno, marchio che, come spesso si dice (ed in questo caso la frase è particolarmente calzante) “non ha bisogno di presentazione alcuna”. Ne è stato alfiere in questi mesi in giro per il mondo il solito Ken Ishiwata, icona di Marantz, nelle più importanti manifestazioni specializzate. Troviamo innanzitutto un solido integrato da 100 watt per canale (SA-11S1), che prosegue nella tradizione del SC-7S1 e del MA-9S1, aggiornato nell’alimentazione e dotato di un potenziometro lineare ad alte prestazioni, oltre che ad una struttura a circuiti discreti che minimizza il percorso del segnale.

Non manca (e da questa prova si intuisce il motivo) un valido ingresso Phono, che accetta testine MM e MC. Il lato “moderno” della serie è costituito poi dal lettore di CD e SACD SA-11S1, meccanica di grido, e l’opzione di scelta tra diversi circuiti di filtraggio digitale.

È un lettore SACD stereofonico, musicalmente “puro”, che ho già potuto apprezzare nella nostra redazione nell’ascolto dei diffusori in prova il mese scorso e che tra uno o due numeri sarà oggetto di un dettagliato articolo (e vi assicuro che anche in stereofonia un componente del genere ci ha fatto bene apprezzare la raffinatezza timbrica e il senso di ariosità delle migliori incisioni in SACD).

Il lato “classico” della nuova serie Premium fa da ponte con la tradizione Marantz ed è rappresentato proprio dal giradischi TT-15S1, macchina da musica di aspetto elegante, costruzione razionale, frutto della collaborazione con la tedesca Clearaudio. Mi precipito in redazione e mi diverto a montarlo pezzo per pezzo prima di affidarlo alle cure del fotografo. Poi, quasi alla chetichella, me lo porto a casa, posto che un giradischi ha bisogno dell’ambiente giusto che per me resta (s’intende) la mia sala da musica.

Con tutte le sue imperfezioni, complice la solita libreria in muratura cui ogni tanto fa simpaticamente riferimento il nostro Gian Piero Matarazzo, resta un personale riferimento acustico.

Semplice ma per nulla banale, questo Marantz offre alcune interessanti caratteristiche che vale la pena di approfondire. Appare evidente la collaborazione con la tedesca Clearaudio, azienda che come è ben noto è specializzata nella realizzazione di giradischi di altissimo profilo. Il motore asincrono trova posto in uno spazio circolare del telaio, dal quale è comunque totalmente disaccoppiato per eliminare ogni possibile vibrazione o interferenza. Lo chàssis in materiale acrilico decisamente inerte poggia su tre massicci piedi in alluminio, mentre il piatto spesso ben 30 mm poggia su un perno ceramico, ed è collegato al motore per mezzo di una cinghia in silicone.

Da segnalare l’antiskating magnetico e il braccio anodizzato. Anche le connessioni sono di livello inusuale per questa classe di prezzo, spessi cavi “Oxygen Free” terminati RCA.

Sempre più ricco il materiale disponibile per i nostri ascolti. Con il vinile più che mai non occorre andare a cercare il disco “speciale” o faticare per individuare
quel programma che più di altri possa mettere in evidenza pregi o difetti della catena. Si punta tutto sulla musica, e sin dai primissimi momenti il sistema testi
na (una Clearaudio MM), braccio, gira dischi, evidenzia un’impostazione sana, dal timbro chiaro e dal tessuto sonoro ben articolato. L’insieme risulta piacevole, con tratti garbatamente frizzanti, sempre entro quei precisi limiti di naturalezza che pur non offrendo tinte “eufoniche” si lascia apprezzare con il materiale sonoro di buon livello anche a distanza di tempo.

Mi viene alla mente quella famosa pubblicità di qualche anno fa che parlava del gusto “chiaro e pulito” nel riferirsi ad uno “Scotch” di puro malto. So che qualcuno storcerà il naso nel sentir parlare dei vecchi gloriosi LP della Telare (registrati con Tecnica “Soundstream” ed oggi disponibili in eccellenti SACD stereo), ma in quegli anni nessuno era in grado di riproporre il suono di una grande orchestra con al trettanta dinamica ed estensione lato basse frequenze. Non a caso quei solchi
erano difficili da tracciare e mettevano in difficoltà nomi allora “sacri” del piccolo universo delle sorgenti sonore. Non così il nostro Marantz, che affronta il ben noto coro dai “Carmina Burana” (Shaw, Atlanta Symphony), restituendo voci dall’ampio volume con grande pulizia anche al di sopra degli immani colpi di grancassa.

Si tratta di un doppio LP che contiene ben altro che questa parte più famosa, ma appare in ogni caso eccellente il lavoro di braccio e testina, con la Clearaudio impegnata a dipanare le voci allargandone la presenza si no a riempire la mia sala d’ascolto. Le “piccole” percussioni (triangolo, glockenspiel, xilofono, nacchere) che arricchiscono questa partitura si delineano nitide sul fondo di una scena sufficientemente articolata. Collego anche le gloriose Academy 3, giunte all’apice di una
lunga carriera, per verificare la risposta in gamma bassa. Siamo ad alto volume e l’attacco su timpani e ottave basse del pianoforte si abbatte asciutto, incisivo, frenato in modo tale da non lasciare sospettare fenomeni di feedback. Nelle parti più in “sottovoce” c’è l’aria e la trasparenza delle grandi occasioni, le forze in campo si trattengono ma si coglie lo spazio avvolgente della sala di Atlanta, luogo d’elezione di alcune tra le più spettacolari incisioni della Casa americana.

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Giunge infine la grancassa, che si abbatte con forza sollecitando lo stesso pavimento e comunicando l’informazione sonora (come previsto da questi diffusori) anche attraverso la di retta vibrazione.

Un momento di importante verifica è il violino di Ruggiero Ricci, protagonista di importanti LP Decca negli anni Sessanta, oggi riproposti nel catalogo Speakers Corner (e per dovere di cronaca anche negli XRCD curati dalla JVC di cui abbiamo parlato il mese scorso).

Splendida la “Carmen Fantaisie” di Pablo de Sarasate, un pastiche virtuosistico di indubbio fascino abbinato ad altre pagine violinisticamente (se mi passate il
termine) spettacolari. Ben focalizzato il solista, presente al centro della scena al centro delle grandi Chario, che pur sono molto distanziate, essendo canali principali del sistema multicanale che utilizzo per le prove del software DVD-Audio e SACD. L’elettronica italiana che sto utilizzando regala un’impostazione morbida in alta frequenza, pur se rifinita; il sistema di lettura di suo ci mette ben poco, nel senso (positivo) di non modellare a propria immagine un contenuto musicale tanto delicato. Sappiamo bene quanto proprio gli archi restino la bestia nera per qualsivoglia sistema di riproduzione, ma qui ci pare adeguata la completezza armonica, con un brillante tocco “à la tedesca” e uno scintillio dai contorni gradevoli che farà contenti gli amanti della precisione. Allo stesso tempo la prima ottava del violino si distingue per una solida consistenza, una stoffa per nulla esile i cui toni comunicano la vibrante valenza del suono reale.

Le note lunghe, gli accordi tenuti del violino, appaiono di scultorea intonazione, ad indicare una stabilità di rotazione e struttura meccanica di rilievo.

C’è sempre il momento di un grande classico come “The Dark Side of the Moon” nella versione OMR. C’è ancora l’emozione della prima volta nel pesante scandire
iniziale dei battiti del cuore. Al di là dell’immanenza delle frequenze profonde, si evidenzia la ricca strumentazione e la felice elaborazione in studio di questo
brano, ricco di sonorità, che il nuovo sistema analogico di Marantz non ha difficoltà a rendere in modo convincente.

Siamo di fronte ad un prodotto sano ed onesto, una produzione di qualità che può fare la felicità di molti come primo anello di una catena dalle prestazioni autorevoli e (soprattutto) appaganti. Anche con la grande musica, anche con il software più esigente; e non è cosa da poco.
Buon ascolto.

di Marco Cicogna


Giradischi Marantz TT-15S1
Prezzo: Euro 1690,00
Distributore per l’Italia: Marantz Italy Via Manfredi 98, 29100 Piacenza. Tel. 0523 716899


da AUDIOreview n. 258 giugno 2005

Author: Redazione

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1 Comment

  1. Articolo interessante; sto, infatti, valutando l’acquisto di questa macchina da musica.

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