Editoriale AudioGallery 30

È successo.
Quello che ogni appassionato di musica teme di più: il venir meno dei tanti artisti che ama per raggiunti limiti d’età.

È successo. Anche ai Rolling Stones. Forse, in cuor mio, li ritenevo davvero eterni. Impegnati, con un’età media di oltre settantacinque anni, a riprendere il tour recentemente interrotto per pandemia.

Charlie Watts, a mio avviso il più carismatico e peculiare batterista rock vissuto su questo pianeta, si è spento ad agosto inoltrato.

Forse non il più tecnico dei batteristi, ma non importa davvero a nessuno. A riprova del fatto che, almeno nel rock, è altro a contare.

Charlie Watts l’uomo che non suonava l’hi-hat in ottavi insieme al rullante, ma soltanto con la cassa. Sembra poco, ha reso caracollante e apparentemente sempre sull’orlo del fuori tempo, ma solo apparentemente, i grandi classici degli Stones, dando al gruppo quell’incedere quasi bandistico.

Certo, apprendere che il tour continuerà senza di lui (che comunque aveva già dato forfait), estende la sinistra, e ineluttabile, ombra del business anche sui rapporti umani all’interno del gruppo. Che comunque, almeno dal 1982, non è più stato capace di produrre musica alla sua altezza e ha fatto dei concerti live, come moltissimi altri artisti, l’unica fonte di sostentamento economico. Un gruppo che ho amato visceralmente come credo molti di voi amici lettori all’ascolto.

So long Charlie, e grazie di tutto.

Altro ringraziamento, parimenti sentito, al nostro pubblico di appassionati. Con questo numero compiamo un lustro di AudioGallery. Cinque anni, trenta numeri, più di trecento prodotti provati. Tante cose belle al servizio della musica che abbiamo avuto il privilegio di ascoltare per voi.

A Dio piacendo, continueremo imperterriti finché le forze ce lo consentiranno. Con il nostro gruppo di competenti, appassionati, umanissimi redattori, con il supporto amichevole e illuminato del direttore Mauro Neri e con i suggerimenti dei tanti lettori che possiamo vantare, cercheremo di migliorare costantemente.

L’alta fedeltà è il tramite con la Musica. E la Musica è vita. Di conseguenza, l’alta fedeltà è vita essa stessa.

Viva la Musica.
Andrea Della Sala

Author: Redazione

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