Editoriale AudioReview 450

50 anni passati invano?

Era l’anno 1972 e nel mondo occidentale, a partire da USA e UK, i giovani si nutrivano più di musica che di cibo. Forse per questo erano snelli anche senza andare in palestra, e quando avevano qualche soldo lo spendevano in dischi piuttosto che in aperitivi. Avendo vissuto quell’epoca, posso confermare che allora si beveva e respirava musica, e nelle teste risuonavano capolavori che facevano e fanno ancora oggi vibrare l’anima.

Nel 1971 avevano appena visto la luce meraviglie come Nursery Cryme, Aqualung, Meddle, Fragile, Led Zeppelin IV… ma anche Impressioni di settembre, La canzone del sole… Quando si aveva un nuovo disco ci si incontrava con gli amici per ascoltarlo insieme a casa di chi aveva lo “stereo” migliore, magari con “piatto” Thorens, ampli Marantz e “casse” AR (Acoustic Research).

Questi erano i marchi più popolari non solo in Italia ma su scala mondiale, poiché offrivano prodotti di buon livello a prezzi accettabili, ed erano in cima ai desideri di tutti i ragazzi, perché tutti amavano ascoltare la musica.

È dunque in questo contesto che, nel 1972 è iniziata la storia di NAD (e PSB Speakers).

Si narra che il primo seme sia stato piantato a Monaco di Baviera, durante una riunione internazionale di distributori dei diffusori AR, molti dei quali erano anche importatori delle elettroniche Marantz, sconcertati dalla decisione della nuova proprietà giapponese di produrre una linea di diffusori (la serie Imperial?) che loro avrebbero dovuto vendere invece degli AR. Essendo imprenditori esperti e non disposti a farsi dare ordini da un fornitore, pensarono di dare vita ad un proprio marchio di elettroniche da affiancare ai diffusori AR, con prodotti adatti a pilotarli in modo ottimale.

Emerse così la figura di Marty Borish, presidente e amministratore delegato dell’Acoustic Research, ben stimato da tutti e che, spinto da una forte passione per la musica e per l’audio hi-fi, aveva lasciato l’attività di famiglia nel campo dell’ottica per laurearsi in ingegneria elettronica. A lui fu affidato il compito di indicare il nuovo marchio e i prodotti da commercializzare. Inizialmente aveva pensato alla sigla “AAD”, Association of Audio Distributors, ma piaceva poco, specialmente al distributore tedesco che propose “NAD” come acronimo di Neue Akustische Dimension.

Nacque così il brand New Acoustic Dimension. Fondamentale fu poi l’entrata in campo di Bjørn-Erik Edvardsen, un giovane ingegnere elettronico norvegese che aveva studiato alla Heriot-Watt University di Edimburgo e lavorato presso i Dolby Labs. Erik è colui che per oltre 40 anni ha progettato i prodotti più iconici e di maggior successo del marchio NAD, incluso quello straordinario amplificatore integrato 3020 che viene indicato come il più venduto nella storia dell’audio hi-fi (si parla di un milione di unità nelle sue diverse edizioni).
Il progetto del NAD 3020 risale al 1977, e fu lanciato al CES nel 1978, ma in precedenza NAD aveva già colto un discreto successo con altri amplificatori. Mi riferisco al Model 60, che ho avuto il piacere di provare e di recensire nel 1975 per la rivista Stereoplay (n.28). Era il primo NAD disponibile in Italia e veniva presentato come l’amplificatore più idoneo, insieme al fratello maggiore Model 90, ad affiancare i diffusori AR, allora al vertice del loro successo commerciale.

L’amplificatore C 3050LE in prova su questo numero della rivista riprende invece il design estetico di un modello successivo, il NAD 3030, che pure ho testato e recensito nel 1978, sempre per Stereoplay (n.61). In quel caso si trattava di una prova in batteria che vedeva coinvolti ben 20 amplificatori di prezzo intorno alle 200.000 lire, cifra che oggi equivale, considerando l’inflazione, a circa 700 euro.

Il tempo non è passato invano e l’attuale NAD C 3050LE, a parte l’estetica vintage, offre caratteristiche allora impensabili e che lo collocano in una categoria decisamente superiore. La potenza erogata è più che raddoppiata ed anche il prezzo è salito molto, specialmente per la Limited Edition, che include le dotazioni più evolute e raffinate, dalla connessione alla rete per lo streaming dei file musicali in formato informatico alla correzione digitale dell’acustica ambientale mediante il Dirac Live Room Correction. Per rendere l’idea, è come paragonare una FIAT 500 degli anni Settanta ai modelli attuali.

Anche lì il prezzo rapportato ai giorni nostri è più che triplicato: nel 1975 la 500 versione R costava di listino 1.064.000 lire, ossia circa 5.300 euro attuali, mentre l’odierna 500 va dai 16.900 euro in su, ma è enormemente più prestante. L’evoluzione risulta palese nella sicurezza, comfort, consumi e prestazioni, che surclassano in tutto i modelli degli anni ’70.

Tralasciando la nostalgia per “i bei tempi passati”, si può ben sostenere che rispetto a 50 anni fa anche i componenti audio hanno fatto progressi enormi, specialmente quelli di classe più economica. E che l’audio abbia fatto passi da gigante possiamo averne contezza anche dall’articolo tecnico di Giovanni Bianchi dedicato al ripristino di un NAD 3120 (alias 3020 senza controlli di tono), alle pagine 78-84, sebbene proprio quel componente rappresenti un esempio di progettazione veramente oculata ed originale. Quello che più conta, ovviamente, è il suono ma sono davvero rari gli apparecchi economici del passato la cui resa musicale può reggere il confronto con le soluzioni attuali. Una sfida a confronto tra apparecchi del passato e attuali è un tema da affrontare, magari in eventi fieristici e nelle sale d’ascolto dei negozi.

A questo proposito, per chi volesse esaminare da vicino o anche solo ascoltare l’accoppiata “vintage del XXI secolo” NAD C 3050LE e PSB Passif 50, il loro distributore per l’Italia, Pixel Engineering, ha organizzato una serie di eventi già a partire dal mese in corso. Il primo è fissato per l’11 febbraio, da Hi-Fi Milano, in quel Sesto San Giovanni (MI), segue il 25 febbraio Videon Hi-Fi a Genova e poi il 4 marzo da Stereomuch a Roma. Per info più aggiornate e per altri eventi rimando al nostro sito internet (audioreview.it) e a quello del succitato distributore (pixelengineering.it).
Buona lettura e buon ascolto.
Mauro Neri

Author: Mauro Neri

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