Editoriale AUDIOreview 367

Ambasciatori del buon ascolto

La recente presa di posizione di Neil Young contro lo streaming audio, che riportiamo integralmente nella posta dei lettori, ha raccolto pareri controversi tra i suoi fan. Le critiche principali vengono da chi considera sciocco rinunciare ad un canale di comunicazione che permetterebbe di avvicinare tanti giovani alla musica del grande cantautore americano, così come avviene via radio, anche AM, la cui qualità non può dirsi certamente migliore. Altri colgono una contraddizione tra il suo opporsi allo streaming e la possibilità di acquistare quella stessa musica nei “formati spazzatura”, quindi riconducono il tutto a interessi di bottega. Tanti altri, invece, gli sono grati per la sua costante presa di posizione in difesa della qualità della riproduzione musicale. Neil Young critica in particolare la compressione digitale che sottrae informazioni al messaggio musicale, quei microdettagli che danno respiro al suono e contribuiscono ad una corretta ricostruzione spaziale della scena stereofonica. Tanto più che l’attuale tecnologia permette di superare queste problematiche e di utilizzare file ad alta risoluzione e compressi senza perdita di dati, con un certo incremento dei costi che, se esteso su larga scala, può diventare minimo; ma per ottenere una grande diffusione occorre far conoscere a tutti i vantaggi della musica riprodotta nella sua integrità, e renderla accessibile ai più. Questo non significa demonizzare l’ascolto in streaming, che può avere i suoi vantaggi nelle circostanze opportune (lo stesso Neil Young si riserva di ritornare sulla sua decisione in presenza di positive evoluzioni); le contrapposizioni portano a fratture spesso insanabili mentre noi vogliamo dialogare con tutti, e in special modo con i giovani che utilizzano ed apprezzano lo streaming, così come la radio e la musica più o meno compressa nel telefonino. D’altra parte anche gli audiofili più puri e duri che conosco ascoltavano, un tempo, compact cassette registrate in casa con una qualità anche inferiore a quella di tanta musica in mp3. La differenza rispetto ad oggi è che allora sapevamo (mi ci metto anche io) cosa ci perdevamo e se possibile nessuno si faceva sfuggire l’occasione di ascoltare la musica in modo più consono. I giovani di oggi, invece, spesso non sanno cosa si perdono, e lo stesso si può dire di tanti adulti che non hanno occasioni di apprezzare la musica riprodotta come si deve. Per supplire a questa carenza è necessario creare delle occasioni di incontro con i non audiofili e spiegare, in modo semplice e chiaro l’ABC della stereofonia.

Diffondere la cultura del buon ascolto è un obiettivo che certamente attiene ai compiti di una rivista specializzata come AUDIOreview, che peraltro ha il vantaggio di raggiungere la più ampia collettività di appassionati del settore. Ed è proprio grazie alla collaborazione degli appassionati, ossia di voi lettori, che è possibile creare un movimento per far conoscere, promuovere e diffondere la cultura del buon ascolto. L’idea è quella di dare vita ad una collettività di “Ambasciatori del buon ascolto”, che inizialmente agiranno in modo autonomo, effettuando delle semplici prove d’ascolto in casa propria, dapprima coinvolgendo i parenti più prossimi e gli amici non audiofili, per poi estendere l’esperienza agli amici degli amici e così via. Piccole dimostrazioni con un massimo di 3 persone, per non essere troppo dispersivi, e a fasce di età, dove lo scopo principale è quello di divertirsi e far scoprire loro la “magia” della stereofonia, in estrema sintesi, senza confonderli con dettagli tecnici.

Per fare un esempio concreto: tutti credono di sapere cosa sia la stereofonia e come funziona un impianto stereo, ma provate a chiedere perché si usano due diffusori e sentirete le risposte più strane. Allora fate ascoltare un brano musicale con una voce al centro e vari strumenti ben distribuiti nel palcoscenico sonoro e chiedete da dove sentono provenire i suoni, facendo notare la posizione virtuale dei singoli strumenti e così avrete dato un insegnamento pratico che vale più di tanti discorsi. Poi chiedete loro come è possibile che si senta una voce provenire dal centro anche in assenza di un altoparlante e vedrete dei volti sorpresi e smarriti. Quindi spiegate il fenomeno per cui le due orecchie servono proprio per avere una percezione spaziale della provenienza dei suoni e che è l’effetto ingannatore della contemporanea presenza di suoni identici (mono) emessi dai due altoparlanti che li fa percepire al cervello come provenienti dal centro; a quel punto vedrete i volti affascinati dalla “magia” della stereofonia e ve ne saranno riconoscenti. Per queste dimostrazioni, dite pure che state facendo degli esperimenti in collaborazione con la rivista AUDIOreview, e magari fate anche qualche foto che ci invierete per la pubblicazione (con il loro permesso) sulla rivista o sul sito internet. L’importante è non perdete di vista l’obiettivo, che prima di tutto è quello di divertirsi e divertire con la musica.

Qualcosa di analogo, ma su scala più ampia e cadenzata , potrebbe e dovrebbe essere messo in atto anche dai centri specializzati e possibilmente senza utilizzare impianti megagalattici che appariranno irraggiungibili e quindi controproducenti. Meglio componenti semplici e ben funzionanti.

Questo significa diventare “Ambasciatori del buon ascolto” e chi vorrà seguirci in questa ambiziosissima iniziativa ne avrà merito e anche visibilità sulla rivista, sui nostri siti internet e sui social di AUDIOreview e Digital Video HT.

Se vi piace l’idea contattateci per realizzarla e farla crescere insieme. Perché no?

Buon ascolto… Ambasciatore!
 Mauro Neri

Author: Mauro Neri

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