In attesa che arrivino i primi DAC DSD256…

AudioReview 352

AudioReview 352, giugno 2014

Da tempo seguivamo il fenomeno dei convertitori D/A capaci di gestire file DSD in nativo, in particolare da quando è esplosa la richiesta dei DAC DSD, in grado di mettere d’accordo tutti gli ascoltatori sulla qualità “quasi analogica” delle loro prestazioni musicali.

Il mese scorso abbiamo cominciato a verificarne il comportamento al banco di misura, che infatti ha rivelato prestazioni di particolare interesse.
Questo mese vi raccontiamo come suonano, potendo mettere a confronto gli stessi brani nella riproduzione in DSD e in PCM, fino alle più alte risoluzioni.
Il catalogo Acoustic Sounds, nella sezione SuperHiRez (www.superhirez.com) presenta attualmente oltre 280 titoli in DSD64, ossia 64 volte la frequenza di campionamento del CD, corrispondente a 2,8 MHz (o meglio Mbit/secondo trattandosi di segnali monobit). Chi fosse più interessato alla musica classica può anche rivolgersi a Channel Classic Records (www.channelclassics.com) che offre oltre 170 titoli in DSD nativo compresi alcuni registrati in multicanale. Ma c’è già chi è proiettato verso il DSD128, corrispondente a 5,6 Mbit/s.

L’ultima frontiera è il DSD256 (11,2 Mbit/s), l’alta risoluzione delle registrazioni audio professionali realizzate con apparecchiature al top come Pyramix e Horus.
In attesa che arrivino le prime macchine commerciali in grado di riprodurre i file DSD256 il gruppo di lavoro che fa capo alla sezione AUDIOcostruzione ha provveduto a sviluppare un’unità di conversione capace di leggere i file DSD e PCM fino alla più alta risoluzione. Questo grazie alla collaborazione di Andrea Allegri e Walter Gentilucci, che hanno utilizzato una scheda di interfaccia compatibile DSD fino a 22,5 MHz (DSD512), ovvero il modulo Combo384 di Amanero, un’eccellenza toscana della provincia di Pisa.
Ci siamo quindi riproposti di verificare se il passaggio a DSD256 costituisse effettivamente un vantaggio.
Rimaneva naturalmente il problema del software.

Prima abbiamo cercato in rete tutto il nativo DSD a 256, poi abbiamo cercato anche qualcosa di più. Il sito norvegese 2L (www.2l.no) mette a disposizione file DXD nativi che abbiamo potuto convertire in DSD256 con una procedura software messa a punto da Fabrizio Montanucci.
Abbiamo quindi sottoposto il tutto agli “ascoltoni” più disponibili ad eseguire delle prove.
Ne è scaturita una bella esperienza di cui vi raccontiamo nella sezione prove di questo stesso numero. Ma naturalmente non finisce qui.

Alla recentissima fiera High End di Monaco, come c’era da aspettarsi, sono stati presentati i primi DAC commerciali in grado di riprodurre i file DSD256 e più di un produttore ha promesso l’invio, a breve, dei più aggiornati DAC USB. Mi riferisco in particolare alla North Star Design dell’ing. Giuseppe Rampino e alla M2Tech di Marco Manunta, entrambe aziende della provincia di Pisa (non per caso da quelle parti c’è la Scuola “Normale” Superiore dove evidentemente circola ancora il DNA di un certo Galileo…).
Ma questa è solo la punta dell’iceberg, perché non di sola musica liquida vive l’audiofilo, per questo nelle 196 pagine di AUDIOreview cerchiamo di dare spazio all’audio in tutte le sue sfaccettature, dalle novità della fiera di Monaco al vintage di AUDIO Antiquarius, dal portatile Hugo Chord ai massicci diffusori Giant da 50 kg l’uno, senza dimenticare i sistemi per migliorare l’ascolto in auto come in casa. Sono certo che in tanti apprezzeranno gli articoli di Silvio Torelli sulla correzione acustica di un ambiente critico e sull’upgrading di uno storico giradischi Lenco, così come le numerose ed accurate recensioni di musica per tutti i gusti.
Buon mese di lettura e ascolti
Mauro Neri