L’audio del futuro?

copertina-AR376Il sistema di altoparlanti in copertina è il modello più evoluto della produzione Bang & Olufsen. Lo abbiamo visto ed ascoltato alla mostra High End di Monaco di Baviera. Si chiama BeoLab 90 e l’azienda danese lo ha realizzato mettendo in campo le sue tecnologie più avanzate anche per celebrare il suo novantennale. Ciascun diffusore utilizza ben 18 altoparlanti per ottenere una dispersione del suono regolabile su più ampiezze, da omnidirezionale a ±45 gradi, e verso cinque distinti assi di emissione.

Ogni singolo altoparlante è pilotato da un proprio amplificatore in classe D, pertanto all’interno di ciascun diffusore ci sono 4 amplificatori da 1000 W, tanti quanti sono i woofer, e 14 amplificatori da 300 W equipartiti tra i 7 tweeter ed i 7 midrange. Il sistema include al suo interno dei processori di segnale digitale con grande potenza di calcolo che permettono di adattare il suono emesso in funzione delle caratteristiche acustiche dell’ambiente e della posizione d’ascolto. Per fare questo il diffusore impiega un sistema di auto calibrazione con relativo microfono di misura fornito a corredo. In pratica il BeoLab 90 applica in sala d’ascolto tecnologie analoghe a quelle che la stessa Bang & Olufsen ha sviluppato in campo automotive per sonorizzare gli abitacoli di vetture prestigiose.

Tecnologie peraltro simili a quelle che già da anni sono utilizzate dagli specialisti dell’installazione car hi-fi per ottimizzare la resa acustica e musicale degli autoveicoli di ogni tipo e classe ad essi affidati. La necessità, come è noto, aguzza l’ingegno e poiché l’ambiente auto è acusticamente molto ostico non c’è da meravigliarsi se gli specialisti di alta fedeltà in auto abbiano intrapreso questa strada già da tempo, insieme a quella, spesso complementare, dell’amplificazione multicanale.

In ambito domestico, i sistemi di compensazione attiva digitale dei diffusori e dell’acustica dell’ambiente hanno cominciato ad essere apprezzati ed adottati da diversi produttori di sistemi audio ad alta fedeltà, tra cui alcuni molto stimati dagli audiofili. Pochi nomi per tutti: Linn, Meridian e Yamaha.

Ovviamente non abbiamo la sfera di cristallo per predire il futuro ma sappiamo che il metodo funziona e possiamo testimoniarlo, avendolo già sperimentato e descritto nei vari articoli dedicati ai programmi di correzione acustica ambientale (DRC), per cui le probabilità che il suo impiego si diffonda sono alte e credibili.

Se oggi l’applicazione di queste tecnologie è riservata a prodotti dal prezzo molto elevato e irraggiungibile ai più, per il futuro c’è da aspettarsi che i costi calino in progressione inversa con il diffondersi del loro utilizzo, come è già successo in ambito car hi-fi.

Questa potrebbe essere una buona notizia, anche se solo in prospettiva; nel frattempo, però, gli appassionati di audio ad alta fedeltà possono sperimentare i vantaggi del DRC utilizzando quei software gratuiti o quasi di cui abbiamo parlato a più riprese a partire da AUDIOreview n. 364, del giugno 2015. Proprio in questo numero pubblichiamo l’articolo “finale” di questa prima serie, in cui l’autore, Mario Richard, spiega come ottenere la correzione totale di un sistema di altoparlanti e dell’ambiente in cui questi sono inseriti, mediante filtri digitali di tipo FIR (Finite Impulse Response). Andrea Allegri, nella prova d’ascolto conclusiva, esprime in merito valutazioni a dir poco positive.

L’ambiente d’ascolto è uno dei componenti più importanti dell’impianto hi-fi e spesso si rivela il più debole. Utilizzare le tecnologie più avanzate per correggerne i limiti è la strada maestra intrapresa dalle aziende più evolute, con risultati che, anche alla mostra di Monaco, erano sotto le orecchie di tutti.

Mauro Neri