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Acoustical Scenario

Man mano passano, sulle pagine di AUDIOclub, i migliori impianti presentati al Top Audio. Nello scorso numero ho parlato di quello presentato da «L’Altra Fedeltà» di Bologna, stavolta tocca, strameritatamente a quello della torinese Acoustical, formato dall’ampli «semi integrato» Scenario e dai diffusori, novità assoluta, RS4.

La Acoustical, che per la verità ha sede ad Orbassano, nella provincia torinese, è una ditta che da anni è impegnata nella realizzazione di diffusori di alto livello a costi altamente concorrenziali. Il suo catalogo si pone al vertice della produzione nazionale, con una serie di prodotti in cui alla eccellente musicali tà fa riscontro una notevole industrializzazione ed un prezzo solitamente riscontrabile nella grande produzione piuttosto che in prodotti così raffinati. La coppia Pietrasanta/Prato, da anni persegue lo scopo di offrire al pubblico italiano e non. un’alta fedeltà veramente sana, veramente musicale senza clamori pagati a suon di milioni o soluzioni facilmente ardite, eppure ogni diffusore Acoustical contiene una serie di reali raffinatezze, frutto di un progetto attentissimo, condotto da quel maestro dell’elettroacustica italiana che è ring. Giuseppe Prato, sicuramente uno dei più grossi conoscitori di altoparlanti e delle loro possibilità, attualmente in circolazione.

Della Acoustical AUDIOclub ha già provato i modelli RS1 (n. 38 pag. 91, n. 39. pag. 34) ed RS3 (n. 62. pag. 140), quest’ultimo continua ad essere oltreché un diffusore eccellentemente musicale, uno degli oggetti hifi caratterizzati da un rapporto Q/P tra i più vantaggiosi in assoluto.

Lo Scenario, presentato quasi clandestinamente lo scorso anno, è un amplificatore decisamente diverso: l’ho definito un «semi integrato» e credo che la definizione sia calzante, si tratta infatti di un amplificatore finale con controlli di volume e bilanciamento, espressamente pensato per il CD: la parte di controllo è infatti completamente passiva, ma lo Scenario può essere utilizzato oltreché da solo, in unione a sorgenti digitali o comunque sorgenti che si adattino alla sensibilità d’ingresso di 0,9 volt, come vero e proprio finale di potenza con qualcosa in più, in unione a preamplificatori completi. Tra l’altro all’Acoustical sta vagliando la possibilità di offrire dei moduli opzionali, un phono ed un tape, ad esempio, rendendo lo Scenario un sistema modulare.

Il primo prototipo di Scenario l’ho visto nell’ottobre dell’88 e devo dire che sono rimasto molto impressionato dalla bontà della costruzione interna e da quella della finitura, che proiettano il prodotto italiano in un universo solitamente riservato ai migliori costruttori americani ed europei. Di dimensioni compatte, lo Scenario è contenuto in un cabinet in alluminio fresato, lavorato in pannelli rettificati da 15 mm, spessore che diventa di 20 mm, per il bel frontalino, con i lati fresati a 30°. Unendo la funzionalità alla ricerca estetica, il cabinet, color canna di fucile con riflessi azzurrati, fa anche da dissi patore di calore. All’interno troviamo una realizzazione estremamente razionale, di una pulizia ed una bontà davvero ammirevoli: l’alimentazione è fornita da due grossi toroidali da 225 VA ciascuno (!) avvolti e resinati sotto vuoto e da una batteria di 8 condensatori per un valore totale di 55.000 microFarad ad assicurare grandi prestazioni dinamiche. La circuitazione è a transistor a simmetria complementare dall’ingresso all’uscita, ogni componente è iperselezionato. I potenziometri sono a film spesso con contatti placcati in oro 24 K, così come i selettori ed i connettori. L’unica protezione è quella termica: sono così stati esclusi relè o fusibili nel percorso del segnale. La potenza dichiarata è di 90 watt minimi per canale su 8 ohm, 175 su 4 e 220 su 2 ohm, a conferma di un progetto sicuramente surdimensionato.

Sul frontale troviamo, in una nicchia ellissoidale leggermente scavata nell’alluminio le tre belle manopole satinate che fanno da selettore ingressi (3) e da controlli di volume indipendenti per i due canali, ed il grande pulsante d’accensione, a sezione circolare, in cui sono inseriti verticalmente, in opposizione tra loro, due led, quello rosso di stand-by e quello verde che segnala il regolare funzionamento. Ottimi i morsetti a vite per i diffusori, in acciaio massiccio placcato oro.

I 13 kg dell’amplificatore incutono rispetto e ne confermano la diversità, l’inserimento in ambiente è facilitato dalle dimensioni compatte e dalla sobria ed elegante estetica dell’ampli, che si permette appena una piccola trasgressione, con le scritte serigrafate in rosso lacca di Cina.

II diffusore RS4 è l’ultimo nato della prestigiosa Reference Series Acoustical. Frutto di due anni di sforzi progettuali, è un due vie + una, la cui froma allungata e stretta (misura 96x23x20 citi) nasce dall’esigenza di un frontale di larghezza minima e dalla considerazione che un mobile da pavimento di queste dimensioni occupa lo stesso spazio ed ha gli stessi vantaggi di inserimento in ambiente di un minidiffusore con stand. I materiali utilizzati sono di eccellente livello, ed il mobile appare costruito con cura certosina, la finitura è in noce naturale, la griglia è in metallo: ricorrendo a questa soluzione si sono potuti evitare i telai che caratterizzano i diffusori con griglia frontale in stoffa e che vanno, spesso pesantemente, ad influire sul suono.

Parlavo di due vie più una, difatti l’RS4 utilizza due vie in configurazione quasi dipolare: questa configurazione è stata scelta per ovviare alle deficienze in termini di energia acustica totale di cui i tweeter per la nota legge dell’incrementarsi della direzionalità all’aumentare della frequenza, soffrono rispetto agli altoparlanti per le alte frequenze, evitando la classica «curva» in salita caratteristica di molti diffusori delle ultime generazioni, a partire dai Pro Ac Tablette. D’altra
parte questo tipo di soluzione, come dagli stessi tecnici Acoustical è già utilizzato da anni da celebri costruttori come Infinity (che utilizza, come ricorderete, uno o più Emit posteriori per i suoi diffusori). Una soluzione del genere comporta un notevole incremento della tridimensionalità del suono ed una corretta risposta in frequenza a patto, però, di lasciare almeno 70/80 cm alle spalle del diffusore, affinchè il suono del tweeter posteriore incontrando la parete posteriore (che dovrà essere ben riflettente) possa funzionare correttamente (come ben sapete l’energia riflessa, in una soluzione dipolare è direttamente proporzionale alla distanza tra la parete di riflettenza e la sorgente).

L’Acoustical RS4 va montato a pavimento, sul suo piccolo supporto in lega leggera, fornito a corredo, derivato dall’esperienza già acquisita da Acoustical con i suoi stand, provati in AUDIOreview n. 62 a pag. 30. Gli altoparlanti utilizzati sono un woofer da 17.5 cm in polipropilene, che lavora in bassreflex e due tweeter a cupola da 2,8 cm, novità assoluta anch’essi, e nati dalla collaborazione tra Acoustical e Peerless. Si chiamano DT26-1/8 ed hanno una bobina mobile
da 26 mm, cupola morbida in tela impregnata, doppio circuito magnetico, camera di risonanza ricavata nel secondo magnete, tra ferro smorzato e raffreddato in ferrofluido. La flangia è metallica. L’utilizzo di un secondo magnete consente il recupero di gran parte del flusso disperso, con un notevole incremento dell’induzione nel traferro e, di conseguenza un deciso miglioramento dello smorzamento e del controllo della risonanza nonché un più elevato rendimento.

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Acoustical RS4

La cassa ha un’efficienza di 87 dB, una potenza massima dichiarata (per ciò che vale questo dato) di 120 watt ed un’impedenza tipica di 8 ohm. L’installazione in ambiente conferma il gradevolissimo impatto estetico del sistema e, a tutti gli effetti, è vero che un diffusore di queste dimensioni occupa tanto spazio quanto ne occuperebbe un minidiffusore ma che in compenso la sua gamma bassa ha una ricchezza da diffusore grande. All’ampli Scenario collego un CDP Mission PCM II con PSX ed un DAT Casio DA2 ed utilizzo come cavi di segnale i M.I.T. MI33O Shotgun e come cavi di potenza i Monster Cable Genesis MI.
L’ascolto inizia con lo splendido «Stabat Mater» nella straordinaria esecuzione dell’Academy of Ancient Music di Christopher Hogwood, soprano Emma Kirby (v. Sezione Musica. I dischi dell’Anno), la performance offerta dalla catena Acoustical è assolutamente eccellente ed immediatamente, nella mia classifica mentale, i diffusori RS4 si posizionano molto in alto, in una categoria solitamente occupata da diffusori di prezzo almeno doppio, a conferma della effettiva consistenza del fenomeno «nuove tendenze from Italy». Come ho detto avevo già avuto modo di ascoltare l’ultima creatura di Prato al Top Audio, complimentandomi per l’ottimo suono ottenuto nonostante l’ambiente. Ora, posizionati con cura, in un ambiente a me familiare, gli RS4 dimostrano appieno il loro valore che è esattamente quello di un grande diffusore, non un buon diffusore, un diffusore di classe, che è un pochino diverso. E dimentichiamoci anche che si tratta di un diffusore italiano, se venisse dagli Stati Uniti o dall’Uganda sarebbe la stessa cosa i nazionalismi li lascio ben volentieri ai nostalgici dell’impresa di Fiume. L’RS4 è un diffusore dotato di un contrasto dinamico assoluta mente squisito e di un microcontrasto a livelli di eccezione.

Timbricamente appare estremamente neutro con una netta tendenza alla cristallinità, elemento che favorisce particolarmente l’ascolto della musica antica e cameristica e del jazz, ma. grazie alle ottime doti dinamiche esaltate dallo splendido lavoro dello Scenario, riesce ad essere pienamente godibile anche con la musica sinfonica, anche se l’impatto non può essere definito grandioso. In genere l’RS4 ama particolarmente i suoni puliti, le formazioni di rock raffinato, di country, la musica minimalista e progressiva: incantevole è la riproduzione della musica dei Penguin’s Café Orchestra, la gustosissima scelta Bi timbri effettuata dal gruppo inglese trova
nel sistema Acoustical una catena di trasferimento ideale.

L’eccellente smorzamento del woofer assieme a dei tempi di decadimento rapidi, ma non tronchi, fa sì che la batteria ed il basso elettrico, anche quando la trama di coppia si fa particolarmente complicata, vengano restituiti con ammirevole nitore ed articolazione e questa di dipanare le matasse più aggrovigliate con disarmante facilità sembra essere un’altra delle caratteristiche precipue di questo sistema, come si può notare facilmente ascoltando i grandi cori dell’«Alexander Nevskij» di Prokoviev (Chailly/Decca). La gamma bassa, come detto, è di ottima qualità, armonicamente molto ricca anche se non stupefacentemente profonda, ma conosco abbastanza bene Prato per sapere che ad un’eventuale obiezione sulla profondità dei bassi del suo diffusore risponderebbe che non si è lasciato andare a trucchi ed ha optato per la qualità rispetto alla quantità.
Come dargli torto? In fondo se è vero che ci sono diffusori delle stesse dimensioni che scendono di più (I’RS4 scende comunque, a orecchio e croce, a 50 Hz entro 2 o 3 dB) è anche vero che diffusori molto più grandi ed
infinitamente più costosi, quali gli Avalon Ascent, ad esempio, hanno scelto la stessa strada.

Ma non si può tacere delle prestazioni dello Scenario, prestazioni che ne fanno, oltre alla originalità della soluzione, un oggetto vera mente unico: se lo guardiamo dal punto di vista dei ciddisti è effettivamente l’unico in
tegrato esistente con le prestazioni di un finale di potenza di classe, se lo vediamo come finale di potenza, è l’amplificatore di potenza più versatile mai costruito e, in ogni caso possiede delle doti dinamiche e musicali
pari o spesso superiori a quelle medie dei finali di potenza di alta classe con prezzi due 0 tre volte superiori. Lo Scenario ha dimostrato una capacità di pilotaggio di livello assoluto, lavorando tranquillamente e dall’alto di una musicalità notevolissima anche con 1 Martin Logan CLS II, diffusori che, come noto, vogliono pane per i propri denti, caratterizzadosi in particolar modo per una gamma media dalla ricchissima struttura armonica e di una trasparenza davvero eccezionale ed una sostanziale coerenza tonale, con un basso capace di «spingere» egregiamente qualsiasi woofer io conosca.

L’immagine del sistema rispecchia le eccellenti capacità dei due componenti: ad un’immagine ampia e ben diffusa sul piano, con un’ottima proporzionalità tra le ortogonali, si accompagna una messa a fuoco praticamente spietata e delle caratteristiche tridimensionali di alto livello, pur nell’ambito di una scatola più tendente alla luminosità diffusa che ai forti contrasti chiaroscurali. Ottima per assenza di soluzione di continuità la scansione dei piani nello spazio. Il prezzo del sistema e dei singoli componenti si commenta da solo.
Bebo Moroni

 

 

Amplificatore finale Acoustical Scenario
Prezzo: L. 2.200.000
Diffusori Acoustical RS4
Prezzo: L 1.900.000 (la coppia)

Dalla rubrica AUDIOclub (curata in quegli anni da Bebo Moroni) di AUDIOreview n. 91 febbraio 1990