
Cari amici lettori,
scorrendo le pagine di questo numero è inevitabile non riflettere, anche involontariamente, sul contributo che la Gran Bretagna ha dato alla causa dell’hi-fi.
Certo, è sempre antipatico e quantomeno superficiale catalogare e valutare le provenienze di qualsiasi cosa perché la globalizzazione, se non altro, ci ha insegnato che l’eccellenza, in quasi ogni ambito, può provenire da qualsiasi posto del mondo. Ed è verissimo che lo sviluppo dell’alta fedeltà, per come la conosciamo oggi, è certamente il frutto di uno sforzo corale di moltissimi paesi. Però, che diamine, diamo a Cesare ciò che è incontrovertibilmente suo.
In Gran Bretagna non solo sono nate alcune realtà semi-industriali, o poco più che artigianali, che hanno scritto interi capitoli della storia della riproduzione musicale domestica, ma anche molte di quelle opere discografiche per le quali necessitava un sistema audio sono state prodotte lassù.
Cosa differenzia l’approccio britannico all’hi-fi?
Beh, certamente il porre un occhio benevolo al budget dell’appassionato, anche attraverso una seria politica di upgrade che preservi l’investimento iniziale.
Poi le dimensioni relativamente compatte dei vari apparecchi e diffusori, si pensi alle elettroniche half width (aventi cioè metà della larghezza standard) o ai tantissimi diffusori bookshelf (Ls3/5a in primis).
Forse perché la maggior parte delle case vittoriane non offre spazi enormi ove ospitare l’impianto hi-fi?
A mio avviso, quello che davvero ha reso immortale molto di ciò che è venuto da oltre Manica è la capacità di coniugare e a volte perfino piegare gli aspetti tecnici più ortodossi alla necessità, insopprimibile e preponderante, di godere della musica in maniera piena, intensa, irrinunciabile.
Non starò qui ad elencare tutti i nomi, illustrissimi, che tanto hanno dato alla causa dell’audio domestico. Lo faremo indirettamente dando corso a quanto ci siamo prefissati di fare nei prossimi mesi, e cioè selezionare oggetti audio di qualità che siano anche particolarmente centrati dal punto di vista economico oltre che prestazionale. In questo ambito i prodotti provenienti dal Regno Unito saranno, giocoforza, molti.
E, come in questo numero, laddove celebriamo l’opus magnum della scozzese Linn per dire l’ultima parola sul mondo del digitale con il top di gamma dei suoi streamer, non mancheranno test d’ascolto del meglio in assoluto che c’è là fuori ma proporremo anche, e soprattutto, elettroniche che, come le Arcam sempre su questo numero, possano davvero costituire l’alfa e l’omega per moltissimi appassionati di musica.
Seguiteci, sarà un bel viaggio.
Viva la Musica.
Andrea Della Sala