Metti la cera, togli la cera…

Mentre leggevo in bozza la quinta parte della splendida monografia di Francesco Sorino “Partiamo dal basso”, pensavo ad uno dei film della mia giovinezza, Karate Kid, e a quella scena interlocutoria in cui il maestro Miyagi, una volta assicuratosi della volontà dell’allievo di seguire i propri insegnamenti, impartiva istruzioni apparentemente fuori contesto, fuori logica. È la famosa scena del “metti la cera, togli la cera”, e delle successive “spazza pavimento” e ”dipingi steccato”, attività lontane da ciò che l’allievo si aspettava, salvo rendersi conto, dopo, in un quadro più ampio, della loro reale utilità.

Beh, scorrendo le parole di Francesco Sorino ho rivissuto questa sensazione. Le basi di acustica, i riferimenti, le considerazioni, la sequenza degli argomenti affrontati nelle prime quattro parti, hanno trovato una collocazione in un quadro complessivo chiaro e definito in questa quinta parte. Un quadro complessivo non ancora del tutto svelato, certo, ma ora ben delineato, grazie anche ad una narrazione condotta con un linguaggio più divulgativo di quanto potrebbe essere un testo universitario o un articolo dell’AES, ma dall’altrettanto scientifico rigore nei concetti e nelle basi matematiche. E come in Karate Kid, svelato il quadro complessivo dei presupposti, aspettiamo il combattimento, pardon, la parte pratica, da cui potranno essere definiti i subwoofer, quelli “solidi”, quelli concreti, quelli suonanti.

Nel frattempo, però, l’Ing. Sorino ci conduce attraverso il test del subwoofer Velodyne che non fa che confermare la straordinaria valenza della serie di articoli che ci hanno accompagnato… partendo dal basso. Un test che rivela, con precisi riscontri al banco di misura e alla prova di ascolto, le peculiarità di un componente audio complesso, ambizioso, indagato con metodo e narrato con chiarezza. Anche e soprattutto riguardo la sua integrazione in un impianto hi-fi stereo, che richiede di affrontare problematiche, come quelle del filtraggio passa alto per i diffusori “principali”, non troppo complesse dal punto di vista tecnico ma decisive per ambire alle migliori prestazioni.

Non è un caso che su questo stesso numero, e con altrettanto livello di approfondimento, sono stati “messi alla frusta” dei Monitor Audio, blasonati diffusori dalle aspettative, impossibile negarlo, particolarmente elevate. E non è un caso che il livello di approfondimento dei test condotti da Fabrizio Montanucci sia straordinario e non rischio di essere smentito nel dire che non ha pari in nessuna rivista al mondo. Non solo misure, anche esclusive (come quelle di TND o distorsione in regime dinamico), eseguite con procedure consolidate e, quando richiesto, approfondite ed innovative, ma anche simulazioni dei carichi acustici e del crossover, al fine di verificare e comprendere al meglio le soluzioni adottate dai progettisti, con analisi dei driver e della meccanica strutturale dei diffusori e, naturalmente, attenta ricerca della corrispondenza di ognuno di questi parametri con l’ascolto. Stavolta con qualcosa in più: l’interazione tra i due test, con il riscontro dell’impiego del subwoofer in sistemi 2.1. Un ulteriore step, attualissimo, visto quanti sistemi “audiophile” tra quelli in dimostrazione alla fiera di Monaco beneficiavano di uno o più subwoofer.

Già, l’High End 2024, il bengodi degli appassionati. Dove il mondo dell’audio hi-fi e hi-end converge, dove non sono solo i prodotti ad essere presenti ma dove si “crea” il mercato, dove le tendenze diventano evidenti, dove i grandi protagonisti, dai progettisti ai guru, dagli uomini “marketing” ai testimonial, si danno appuntamento tra un pubblico sempre più vasto ed espositori sempre più numerosi. E con lo stesso grado di approfondimento dei test, AUDIOreview vuole raccontare la mostra di Monaco. A caldo, con i commenti “live” sui nostri canali social dove Andrea Allegri e Mario Richard hanno assunto il ruolo di frontmen, e direttamente dai padiglioni dell’High End hanno offerto spunti e riflessioni sugli eventi in svolgimento. Poi a freddo, sulle pagine di questa rivista, con analisi più strutturate, a firma loro e degli altri inviati alla manifestazione. Un High End 2024 che ha offerto spunti e novità su come il mondo della riproduzione musicale sta evolvendo.

Un’evoluzione che non ci coglie di sorpresa. Da decenni indaghiamo regolarmente in ognuno dei moltissimi ambiti racchiusi nella nostra “mission”, descritta tutti i mesi sotto la testata: “AUDIOreview, rivista di elettroacustica, musica e alta fedeltà”, curiosi come tutti i nostri lettori, rigorosi, come ogni rivista scientifica. E se nell’analisi di straordinarie e modernissime macchine da musica, come il NAD M66 protagonista a Monaco ma già analizzato dalla nostra redazione e protagonista di un ennesimo, approfonditissimo test anch’esso presente su questo numero, emerge un “nuovo” fenomeno, quello dell’“Inter-Peak Clipping”, a cui i progettisti NAD hanno posto attenzione per migliorare ulteriormente le prestazioni dell’M66, scopriamo che del fenomeno abbiamo indagato sin dall’epoca dell’introduzione del sovracampionamento, molti anni fa. Così come abbiamo fatto in mille ambiti, elettroacustici, hi-fi, musicali.

AUDIOreview: metti la cera… togli la cera…
Rocco Patriarca