Pesce d’aprile

Volendo ri-pescare la spassosa tradizione del “pesce” che un tempo caratterizzava il numero di aprile di AUDIOreview (ricordate il favoloso prof. Elirpa Decsep?), avevamo pensato di inserire tra i tanti articoli di questo mese anche una notizia un po’ scherzosa e vagamente verosimile benché inventata. Così abbiamo concepito un articoletto per annunciare la commercializzazione di un’immaginaria linea di diffusori “Chameleon”, in grado di cambiare sembianze per adattarsi all’arredo dell’ambiente e soddisfare così le esigenti pretese estetiche di qualsiasi “regina della casa”.
Detto fatto, il nostro Marco Meta ha subito redatto un testo in cui tirava in ballo la Coral Electronic, tanto per citare un’azienda italiana molto seria e apprezzata, e che quindi sa anche stare allo scherzo, che per celebrare i suoi primi 40 anni di attività (questo è un dato vero essendo stata fondata nel 1975) avrebbe stretto accordi con il Politecnico di Torino per l’utilizzo di un particolare materiale foto-elettronico in grado di far assumere ai mobili dei suoi nuovi diffusori Indiana Line “Chameleon”, i colori e le sembianze desiderate; il tutto pilotando il sistema da telefonino tramite apposita “App”. Mancava solo di realizzare un’opportuna elaborazione grafica e l’App da mettere on-line con il pesce d’aprile, quando è giunto il comunicato di Sonus faber, questa volta vero, che annunciava il lancio della sua nuova linea di diffusori “Chameleon”, i quali possono mutare il colore mediante una serie di pannelli accessori dedicati. La coincidenza del nome e della funzione, anche se solo per grosse linee, ci hanno fatto abbandonare l’idea iniziale, evidentemente non abbastanza fantasiosa; tuttavia, puntando sempre sul concetto di un componente hi-fi dal fattore di accettazione femminile davvero eccezionale, qualcuno ha suggerito di annunciare la nascita di un’elettronica fantastica in grado di far suonare qualsiasi diffusore al meglio, correggendone sia i difetti propri del crossover e degli altoparlanti sia quelli dovuti alla posizione in ambiente, così da poter collocare i diffusori un po’ nascosti e defilati pur ottenendo le prestazioni d’ascolto ottimali della posizione canonica.

Oltre al supporto Exaktbox dedicato il modello Bower & Wilkins 802  Diamond, Linn ha sviluppato il sistema “SPACE Optimization”, per  correggere i difetti acustici dovuti della collocazione dei diffusori in ambiente.

Oltre al supporto Exaktbox dedicato il modello Bower & Wilkins 802 Diamond, Linn ha sviluppato il sistema “SPACE Optimization”, per correggere i difetti acustici dovuti della collocazione dei diffusori in ambiente.

Ebbene, lo scorso 16 marzo, una nota azienda produttrice di componenti audio hi-end, la scozzese Linn, ha ufficializzato la dotazione nei suoi nuovi lettori DS delle linee Klimax, Akurate e Majik, di un sistema che non solo consente di correggere elettronicamente i principali difetti acustici dell’ambiente ma perfino di “emulare il suono della posizione ottimale dei diffusori anche da collocazioni diverse, in base alle preferenze o per motivi di praticità”. Inoltre, questo sistema, combinato con la più recente evoluzione della tecnologia Linn Exakt, permette di escludere in modo reversibile il filtro crossover di diffusori anche di altre case, i quali vengono così “gestiti in modo attivo, con amplificatori separati per ciascun altoparlante” al fine di “introdurre molteplici perfezionamenti che accrescono le prestazioni”.
Per dimostrare la compatibilità di Exakt con i diffusori di qualunque casa, Linn ha già presentato anche in Italia il supporto Exaktbox dedicato al modello Bowers & Wilkins 802 Diamond.
C’è poco da fare: la realtà sta superando la fantasia!
 Mauro Neri

 

Echi digitali

Più o meno tutti i lettori di AUDIOreview, forse anche quelli meno inclini alle argomentazioni tecniche, avranno notato che tra i sistemi digitali basati su segnali PCM e quelli basati su segnali DSD c’è sempre una differenza tecnica che balza agli occhi nel quadro delle misure, ossia la risposta impulsiva: un breve spillo nel DSD, un andamento complesso ed oscillante nel PCM, con molte varianti legate alle scelte del progettista. Da almeno un paio di anni, e per taluni dall’inizio della commercializzazione dei SuperAudio CD, tra gli audiofili di tutto il mondo è sorta l’idea che ciò sia alla base della maggiore eufonicità dei segnali a singolo bit rispetto a quelli multibit. La situazione è in effetti complessa, ma per chiarirla anche a quelli che di teoria ne hanno sempre masticata poca, nell’articolo “Echi digitali, teoria, pratica e ascolto” l’autore esamina l’argomento in forma piana e consequenziale. Si tratta in effetti di una summa sintetizzata che descrive le maggiori problematiche della doppia conversione analogico-digitale e poi digitale-analogico, guardando questa tematica dal particolare punto di vista della risposta nel tempo. Da notare che questo articolo include una iniziativa molto pratica e che dovrebbe risultare intrigante anche per gli audiofili più refrattari alla tecnica ma inclini alle prove pratiche di ascolto. Si tratta infatti di valutare in prima persona cosa cambia all’ascolto quando un segnale musicale ad alta definizione e rapida risposta temporale viene alterato inserendo delle filtrature equivalenti o superiori a quelle tipiche dei segnali PCM.
Per scoprirlo, basta scaricare gratuitamente dal sito di AUDIOreview questo segnale ed ascoltarlo con il proprio impianto.
Il brano, della durata di alcune decine di secondi, è stato gentilmente concesso ad AUDIOreview da Marco Lincetto, titolare di Velut Luna e già collaboratore di vecchia data della nostra rivista, produttore discografico e tecnico del suono da sempre attentissimo alla qualità artistica ma anche acustica delle proprie realizzazioni. Tutti i dettagli in Tecnica.