L’alta fedeltà di oggi è sempre più divisa tra componenti dal costo accessibile e apparecchi dai prezzi hi-fi stratosferici. Ma cosa giustifica queste differenze di costo? Nell’editoriale di AudioReview 472, Fabrizio Montanucci analizza l’evoluzione del mercato hi-fi, confrontando i prezzi attuali con quelli di cinquant’anni fa e riflettendo sulle motivazioni dietro i costi dei prodotti high-end.
Dal leggendario preamplificatore Mark Levinson JC-2 degli anni ‘70 agli attuali dispositivi di fascia alta, la tecnologia è avanzata enormemente, ma il mercato è cambiato: meno appassionati, costi di produzione diversi e l’esclusività di alcuni prodotti hanno portato a prezzi che sembrano irraggiungibili. Tuttavia, il mondo dell’hi-fi non è solo lusso: oggi è possibile allestire un impianto di ottima qualità senza spendere cifre esorbitanti.
Prezzi stellari e prezzi planetari
“Nel caso sorgessero dei dubbi confermiamo che il Mark Levinson JC-2 costa proprio intorno ai due milioni.”
Fu questa la frase introduttiva della prova condotta da Paolo Nuti su quel preamplificatore nel novembre 1976, intendendo con ciò sottolineare che si trattava di un prezzo inusitato, nettamente superiore alla media dei concorrenti.
Per dare un’idea della sua collocazione di mercato basti pensare che nella mostra “Il Suono” tenuta a Roma l’anno seguente quell’apparecchio era sì esposto, ma non per suonare in un impianto: era collocato da solo dentro una teca di plexiglass – o forse di più appropriato cristallo – se ben ricordo su una base di velluto, ed il colpo d’occhio che si offriva a chi entrava nel sotterraneo del Palazzo dei Congressi dell’EUR di Roma ricordava un po’ il pellegrinaggio dei visitatori del Louvre davanti alla Monna Lisa.
L’avvio dell’“high-end” in ambito hi-fi fu probabilmente quello.
Quanto costerebbe oggi il Mark Levinson JC-2?
Orbene, a quanto equivarrebbe il costo di quel prodotto oggi?
Per questo ci viene incontro la “macchina del tempo” de “Il Sole 24 Ore”: inserendo il 1976 come anno si ottengono 9.013 euro, ma era novembre, se quindi mettiamo il 1977 si scende a 7.632 (eh sì, in quegli anni l’inflazione galoppava anche senza pandemie e conflitti prossimi).
Del resto, l’equivalente modello successivo, l’ML-1, nel 1978 era a listino a lire 2.200.000, equivalenti a 7.541 euro di oggi.
Un costo alto ma che, per gli attuali prezzi di mercato, non si può certo ritenere spropositato.
Prestazioni eccezionali: un riferimento ancora valido
Anche perché nella prova di Paolo Nuti quel prodotto aveva esibito prestazioni eccezionali:
- Deenfasi RIAA perfetta
- Accettazione altissima
- Rapporto segnale/rumore elevatissimo, anche sul fono per bobina mobile, tanto alto che sarebbe valido anche oggi.
E il problema forse è proprio quello.
Perché i prezzi hi-fi sono così alti oggi?
Cosa giustifica oggi i prezzi stellari di tanti componenti che troviamo nei cataloghi e incontriamo nelle fiere di hi-fi?
Prezzi che fanno indignare tanti appassionati, perché hanno sovente almeno uno zero in più rispetto agli equivalenti di mezzo secolo fa, sebbene oggi il costo dei componenti elettronici risulti più basso ed i metodi di produzione molto più automatizzati, in tutti i settori.
La tecnologia ha un prezzo
Una prima risposta è nella tecnologia.
Finché non arriverà un Einstein dell’audio capace, ad esempio, di trovare il modo di produrre pressione acustica senza usare superfici mobili, si potranno usare solo i trasduttori dei tipi attuali, che per migliorare richiedono tecnologie piuttosto estreme e quindi costose.
Si pensi ad esempio a quanti anni sono stati necessari per arrivare a realizzare:
- Diaframmi in diamante
- Materiali ceramici
- Berillio privo di risonanze
È in fondo la vecchia legge del “diminishing returns”, ma aggravata dal livello molto alto di quel che già è disponibile.
In generale, tutto ciò che abbiamo per generare suoni ad alta fedeltà è ancora migliorabile, ma migliorare, anche di poco, i prodotti che già sono al vertice costa esponenzialmente di più.
Meno appassionati, costi più alti
Un’altra risposta, facile facile, è nei numeri.
Decenni addietro l’audio hi-fi coinvolgeva un numero di appassionati drasticamente più alto dell’attuale.
Nonostante la riduzione dei costi di taluni componenti e delle linee di montaggio che li assemblano, nessun costruttore potrebbe offrire oggi anche solo lo stesso prodotto di 50 anni or sono allo stesso prezzo.
Anche perché, se pure transistor e vari altri componenti elettronici costano meno di un decimo di allora (e sono almeno 10 volte migliori), il costo di tanti altri materiali è invece salito enormemente.
Si pensi anche solo al rame, ormai talmente costoso che molti ritardi dei treni sono attribuiti a furti di quel metallo, oppure a varie terre rare usate in ambito audio (tra cui il neodimio, effettivamente impennato negli ultimi 4 anni).
Il mercato del lusso e l’hi-fi boutique
Altre ragioni di natura varia possono coesistere e talvolta risultare dominanti.
Quelle commerciali, ad esempio.
Alcuni di quei giovani che giravano intorno alla teca del Mark Levinson di cui sopra, in ogni parte del mondo, hanno fatto fortuna e mantenuto la passione per musica ed alta fedeltà, ed oggi vogliono semplicemente il meglio del meglio.
Questo spiega la nascita di molte aziende che si avvalgono di rari specialisti di grande competenza, e che lavorano su numeri piccoli, solo su prodotti di altissimo livello, sui quali poter fare buoni margini e sopravvivere in un mercato che viceversa ha decretato l’estinzione di molti di quegli attori che l’alta fedeltà di massa la fecero nascere.
Un buon impianto hi-fi senza spendere cifre folli
Ma alcuni di quelli continuano ad esistere ed a proporre meccaniche, elettroniche e diffusori in grado di dare grandi soddisfazioni sonore senza essere irraggiungibili.
📌 Oggi un ottimo impianto hi-fi può ampiamente rimanere entro le 4 cifre, se si sa scegliere.
Basta dare una scorsa anche solo all’ultima annata delle prove che abbiamo pubblicato per sincerarsene.
Il paradosso dell’hi-fi di oggi
In realtà però, in un certo senso, è vero proprio il contrario di quel che fa arrabbiare tanti audiofili: i prezzi altissimi dell’audio di vertice.
Se 50 anni or sono, per un impianto entry-level, si consigliava ad esempio di rimandare l’acquisto dei diffusori e dotarsi invece di una coppia di cuffie, oggi un impianto ben più che dignitoso può costare cifre sorprendentemente basse.
E per sincerarsi di questo non occorre scorrere l’ultimo anno delle nostre prove, basta questo AUDIOreview 472.
Fabrizio Montanucci
Dopo questa riflessione sull’evoluzione dei prezzi nell’hi-fi, il nuovo numero di AudioReview offre un’ampia selezione di test, approfondimenti e reportage. Ecco il sommario completo con tutte le prove, le novità e le recensioni musicali.
Sommario di AudioReview 472
🎤 Audio Community
📰 Editoriale – Prezzi stellari e prezzi planetari di Fabrizio Montanucci
📬 Posta dei lettori – Rubrica a cura di Mauro Neri
🎧 Reportage e approfondimenti
🔍 dCS Varèse – Analisi di Marco Cicogna e Rocco Patriarca
🎼 Degustazioni Musicali 2025 – A cura di Nicola Del Bianco, Marco Franchi, Giulia Bechi (foto)
💻 Audio da scrivania
🔊 ADAM Audio D3V – Sistema di diffusori monitor amplificati | Giulio Curiel
🔬 Test e recensioni hi-fi
🎚️ Convertitori, DAC e amplificatori
🎵 FiiO Q15 – DAC/amplificatore portatile | Mario Richard, Fabrizio Montanucci, Leonardo Bianchini
🎶 Accuphase DP-450 – Lettore CD e DAC | Andrea Allegri, Fabrizio Montanucci
📻 WiiM Amp Pro – Streamer/DAC/amplificatore | Rocco Patriarca, Fabrizio Montanucci
🎛️ Exposure 2510 – Amplificatore integrato stereo | Andrea Allegri, Fabrizio Montanucci
🎧 Audio-GD R-28 mk3 Anniversary – Preamplificatore/DAC/ampli per cuffie | Mario Richard, Leonardo Bianchini
🎼 Audio Analogue Puccini Anniversary – Amplificatore integrato stereo | Marco Cicogna
📀 Giradischi e sorgenti digitali
💽 Thorens TD 403 DD – Giradischi a trazione diretta | Pietro Di Tomasso
🔊 Diffusori e sistemi audio
📢 Opera Prima V2 – Sistema di altoparlanti 2 vie da supporto | Mauro Neri, Fabrizio Montanucci, Gian Piero Matarazzo, Marco Cicogna
🔉 JBL 260F Stage 2 – Sistema di altoparlanti 2,5 vie | Andrea Allegri, Fabrizio Montanucci
🔊 Linn 360 Aktiv Bass (PWAB) – Diffusori 4 vie da pavimento | Andrea Della Sala
🎥 Digital Video & Home Theater
🎬 Sony Bravia Theatre Bar 8 – Soundbar 5.0.2 | Marco Meta
📺 Hisense 65U7NQ – Televisore LCD Quantum Dot 4K HDR Mini LED | Marco Meta
📀 Audiophile & Musica
🎼 Novità e approfondimenti musicali
🎶 L’angolo del collezionista – I dischi BYG Actuel | Andrea Bin
🎵 Audiophile Alerts – La grande musica tra Vienna, Barocco e formati hi-res | Marco Cicogna
🎻 Audiophile Recording – Berliner Philharmoniker | Marco Cicogna
🎤 Le canzoni raccontate
🎸 Keith Carradine – I’m Easy | Federico Guglielmi
📢 Recensioni musicali
🎼 Classica – Disco del mese: W.A. Mozart | Carlo Maria Cella
🎷 Jazz – Disco del mese: Peter Evans | Aldo Gianolio
🎸 Rock-Pop – Disco del mese: Bonnie “Prince” Billy | Federico Guglielmi
📚 Teca – Approfondimento su Francesco Guccini | Riccardo Bertoncelli
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