La Sonus Faber Minima FM2 sul piedistallo della vecchia Parva.

La Sonus Faber Minima FM2 sul piedistallo della vecchia Parva.

Dopo il successo con l’ottimo Parva FM 2, la Sonus Faber di Monteviale (VI) ha posto in produzione il secondo diffusore della nuova gamma. Si chiama Minima FM 2 e rispecchia,
nelle caratteristiche costruttive, i criteri adottati per il Parva, vale a dire lavorazione artigianale, ogni coppia di diffusori è interamente eseguita a mano, finitura di sapiente ebanisteria, livello di costruzione e finitura eccellente. Il cabinet del Minima è realizzato in pregiatissimo noce italia no massello, da 35 mm, gli angoli del mobile sono arrotondati e questo è percorso, longitudinalmente da due scanalature, unico, raffinatissimo, motivo decorativo. Il risultato, grazie anche alle ridottissime dimensioni dell’oggetto, è di rara eleganza. Le pareti frontale e posteriore del cabinet sono in medite i morsetti per il collegamento dei diffusori accettano sia cavo spellato, anche di grande sezione, che connettori a bana na, e sono placcati in oro.

Del Minima FM 2 esiste una versione particolare, denominata Black Pearl, studiata espressamente per il mercato americano, ma che verrà venduta anche in Italia, il cui cabinet è interamente rivestito in pelle pregiata nera, cucita a mano, il che, oltre a costituire un motivo estetico che piacerà a molti (anche se io personalmente continuo a preferire il bellissimo noce nostrano della versione normale) dovrebbe, a detta dei progettisti, migliorare ulteriormente il suono del diffusore, dal momento che il rivestimento rende ancora più afono il cabinet. In effetti colpendo il diffusore con le nocche della mano, non si riesce a percepire alcuna risonanza, ma va anche detto che il risultato è molto simile con la versione in noce, il mobile è dunque rigidissimo ed il risultato è da diffusore di altissima classe, un risultato difficilmente riscontrabile anche su diffusori che costano dieci volte il prezzo del Minima.

Il progetto del diffusore è ispirato a quei criteri di massima semplicità che tanti buoni frutti hanno già dato con il Parva: il crossover è un semplice 6 dB per ottava realizzato con una bobina in filo di rame di grande sezione e due condensatori di ottima qualità, componenti con tolleranze strettissime. C’è da dire che quella del 6 dB per ottava è una scelta non determinata da motivi di economia o di semplicità di realizzazione (anzi), ma da una precisa posizione dei progettisti Sonus Faber che affermano l’assoluta superiorità sonora, a pari condizioni di risposta in frequenza, dei crossover semplificati. Gli altoparlanti usati nel Minima e nel Black Pearl rappresentano quanto di meglio attualmente reperibile per un minidiffusore; il woofer è il classico 10 cm Seas impiegato anche sugli Rei “Thè Small”, opportunamente trattato, mentre il tweeter è l’eccellente D 28 AF Dynaudio modificato su specifiche della casa di Monteviale. Il woofer lavora, naturalmente, in reflex, ma l’uscita del tubo d’accordo è situata, al contrario di quanto accade per il Parva, posteriormente.

Il Minima è un diffusore abbastanza efficiente, ciò non toglie che, per l’ottenimento delle massime prestazioni, sia preferibile usare un amplificatore di discreta potenza e, necessariamente, di ineccepibili caratteristiche soniche. Minima e Black Pearl sono state provate, per l’occasione, con due diversi impianti, uno di altissimo livello, composto da giradischi Micheli Gyrodeck con braccio Mayware MK IV e testina Grado 8M, preamplifìcatore Audio Research SP 10, due finali di potenza valvolari, da 200 watt mono ciascuno.

Mentmore M 200; un altro di costo decisamente più economico, ma di ottime qualità musicali, composto da giradischi Pink Triangle con braccio Helius Aurum testina Grado MTE + 1, amplificatore integrato Cambridge Audio P 35. I cavi usati sono stati gli Hitachi Oxigen Free per il primo impianto e i Naim Nac AIV per il secondo. Sia nell’uno che nell’altro impianto in talune occasioni ho usato al posto del giradischi un CD Player Nad 5200. Il software che ho usato comprendeva i seguenti LP: Bach-Concerti Brandeburghesi -Leonhardt-Philips, Ecco la Primavera-David Munrow’s Early Music Consort-Argo, Mozart-Flottenquartetten-Andreas Blau-Denon, AA. VV. Tafelmusik-Referance Recording,
Beethoven-Settima Sinfonia-Karajan-DG, Mahler-Quarta Sinfonia-Metha-Decca, Prokovev-Ivan il Terribile-Previn- Emi, Paul Simon Heart and Bones-Cbs, Gentle Giant-Octopus-
Vertigo, Thè Sheffield Track Album-Sheffield, Weather Report- 8:3O-Cbs, Eiji Katamura’s Ali Stars-30 Years in 30 Minutes- Emi/Toshiba. A questi album si sono aggiunti i
seguenti CD: Hàndel Messiah (scelta)- Hogwood/Accademy of Ancient Music-Oiseau Lyre, Thè Sheffield Track/Drum-Sheffield, Harry James-The King James Version-Sheffield.

Sin dal primo ascolto emerge una caratteristica che a mio avviso è fondamentale per capire bene, per inquadrare il Minima: non si tratta di un Parva più piccolo (come l’aspetto e le scelte progettuali potrebbero far pensare), ma di un diffusore con una sua propria precisa personalità, tutto quello che nel Parva è dolcezza, suadenza, velluto, nel Minima è carattere, vigore. Ciò non significa affatto che il Minima sia un diffusore aspro o aggressivo, tutfaltro, ma è evidente che il lavoro svolto dal tweeter Kef T 52 nel Parva è differente da quello svolto dal Dynaudio D 28 AF nel Minima. Il Minima è un diffusore allo stesso tempo dolce e brillante, definitissimo in gamma acuta, è capace di far la voce grossa anche in gamma bassa, com’è caratteristica del piccolo woofer Seas, quello che regala i 70 Hz alle piccolissime Rei. In virtù della buona estensione in gamma bassa rispetto alle dimensioni, le Minima vanno a mio avviso confrontate proprio con le Rei, rispetto alle quali però si avvantaggiano, grazie alla suddetta eccellente definizione in gamma acuta. È chiaro che il campo preferenziale di un diffusore di queste dimensioni è la musica da camera o comunque per piccoli gruppi, ma c’è da dire che le Minima non disdegnano affatto la musica sinfonica ed il rock, cavandosi d’impaccio dalle situazioni dinamicamente complicate con un notevolissimo fair play.

Comunque il sentirle alle prese con i Brandeburghesi è una vera delizia per le orecchie. La trama degli archi viene dipanata con estrema grazia e delicatezza, ed allo stesso tempo, contrariamente a quanto succede con altri mini meno definiti, è possibile assaporare tutto il contenuto di armoniche superiori delle viole e dei violini. Inutile dire che ad avvantaggiarsi particolarmente di una simile personalità è il clavicembalo, giustamente pizzicato e non subordinato al resto della massa orchestrale, ma, come si conviene, comprimario. Bellissima la voce di Nigel Johnson in Ecco la Primavera, sciolta e di dimensioni piuttosto vicine al vero.

Gli altoparlanti impiegati nel Minima: il woofer è il Seas da 10 cm, il tweeter è un Dynaudio D 28 AF.

Gli altoparlanti impiegati nel Minima: il woofer è il Seas da 10 cm, il tweeter è un Dynaudio D 28 AF.

Gli strumenti originali mantengono sostanzialmente intatto il loro sapore, specie quelli a più alto contenuto energetico in gamma alta. Il flauto dei Flottenquartetten è  insospettabilmente dolce, e ciò conferma il fatto che un diffusore ben definito in gamma alta non deve essere per forza di cose aspro, voglio dire che molte volte, quelli che certi appassionati un po’ snob chiamano diffusori dolci, sono in realtà dei diffusori opachi; la scelta di attenuare volontariamente la risposta in gamma alta (la famosa curva in di
scesa per tanti anni considerata ideale) appartiene, per fortuna, al passato ed è da condannare tanto quanto la scelta di “addolcire” i CD player o gli ingressi sul pre ad essi destinati, tagliandone  la risposta in frequenza. Se nella realtà c’è tutto, che i diffusori siano in grado di riprodurre tutto!

Con la musica sinfonica, come dicevo prima, le Minima sfoderano una grinta invidiabile. I pieno della Quarta di Mahler passano senza apparente sforzo, il diffusore si limita, quando è portato a condizioni di massimo stress, a comprimere leggermente, ed in maniera praticamente inavvertibile, i picchi. C’è da dire che il Minima è in grado di digerire molta, molta potenza ed in casa mia, usando come finali i prepotenti Mentmore, bisogna arrivare a livelli d’ascolto difficilmente sopportabili a lungo prima che il diffusore inizi a comprimere i picchi. Il Minima scende abbastanza in frequenza, come è possibile notare ascoltando i colpi di timpano nell’Alexander Nevsky, e questo è senz’altro un merito
dell’ottimo wooferino Seas che ha però, come caratteristica negativa, quella di rendere un po’ gommosi i transienti. D’altra parte per scendere in frequenza un componente cosi piccolo deve in qualche maniera difendersi dalle scariche di energia che lo colpiscono. Il Seas lo fa attutendo un po’ gli impulsi più violenti e vi assicuro che ci sono maniere peggiori per farlo. In accoppiata con subwoofer, io ho usato il “the audio bass”, ma dato che la Sonus Faber ne sta costruendo uno, naturalmente bellissimo, tutto ciò non ha
più ragione di essere, ed avendo l’accortezza di non tagliare il Minima troppo in alto, diciamo che il taglio ottimale è intorno agli 80 Hz, per non snaturarne la personalità, si ottiene un risultato di grande classe anche per gli amanti dei generi più violenti.

Un altro sistema per migliorare ulteriormente le caratteristiche della zona più grave del diffusore, è quello classico di porlo in prossimità della parete di fondo, soluzione normalmente sconsigliabile per i deterioramenti che si hanno sull’immagine, ma in questo caso consigliabilissima, perché il Minima mantiene intatta la sua eccellente immagine, a patto di non attaccarlo alla parete, ma di lasciargli una ventina di centimetri d’aria. In questa condizione ascolto il mio amatissimo disco di Paul Simon, e mi godo dei bassi notevolmente potenti e puliti per uscire da un diffusore di queste dimensioni e soprattutto privi di qualsiasi alone, a conferma della curva posta in sede di progetto nell’ottenere la massima assenza di risonanze nel mobile. Proprio con il disco di Paul Simon ottengo dal piccolo Sonus Faber uno dei migliori risultati ed è quando ha a che fare con le chitarre acustiche, che risultano lucide ed eccellentemente definite, con un poutpourri di suoni che non provengono da un’ enorme corda, ma la perfetta armonia di sei corde distinte, netta
mente individuabili ed allo stesso tempo correttamente amalgamate da una mano sapiente. È possibile distinguere la forza del tocco dello strumentista quando arpeggia e la consistenza del plettro che accarezza le corde, così come le dita della mano sinistra che scivolano sulla tastiera per passare da un accordo all’altro.

Ottimo anche il pianoforte in Think of me with Kindness dei Gentle Giant, non grande, certo, come sono abituato ad ascoltarlo dagli Esb 7/06 o dai Pro Ac ESB, ma  sufficientemente omogeneo e soprattutto non smorzato. Ma arriviamo alla caratteristica che mi sembra più notevole di queste Minima, l’immagine: l’immagine prodotta da questi minidiffusori brilla particolarmente per estensione nelle tre dimensioni e soprattutto per saldezza. Le voci e gli strumenti solisti sono perfettamente centrati, e questo rivela anche l’omogeneità di prestazioni tra un diffusore e l’altro (in questo caso leggi sensibilità), il posizionamento degli strumentisti è esatto con ottima approssimazione, non si notano, praticamente, fluttuazioni di campo, un risultato davvero degno di nota per un diffusore in questa categoria di prezzo.

Il mobile della Sonus Faber Black Pearl è ricoper to di pelle pregiata. Si notino le cuciture eseguite a mano

Il mobile della Sonus Faber Black Pearl è ricoperto di pelle pregiata. Si notino le cuciture eseguite a mano

Come detto precedentemente, queste ottime caratteristiche di immagine rimangono praticamente immutate anche avvicinando i diffusori alla parete di fondo, anzi in questo caso si ottiene un leggero miglioramento in profondità.

Rispetto al modello base la Minima Black Pearl risulta leggerissimamente ulteriormente definita in gamma alta ed i suoi bassi sono ancora un pochino più puliti, benché mi renda perfettamente conto che a questi livelli di sfumature per l’acquirente conterà molto di più il discorso estetica.

Per concludere, ci troviamo di fronte ad un altro prodotto che testimonia delle capacità del gruppo di appassionati che lavora in quel di Monteviale. Il Minima è un minidiffusore di
prima classe, in grado di soddisfare pienamente anche l’acquirente più critico. I suoi rivali diretti sono a mio avviso l’Rcl “Thè Small” ed il Rogers LS 3/5A, ma a mio parere rispetto al primo (che d’altra parte costa meno), il Minima vince in termini di definizione e quindi musicalità generale, rispetto al secondo in termini di capacità dinamiche rispetto a tutti e due in termini, anche se ciò a qualcuno potrà apparire secondario, di estetica. Al prezzo attuale di 700.000 lire la coppia per il Minima Noce e di 800.000 lire per il
Black Pearl, questo diffusore risulta molto con veniente, eccezionalmente competitivo se si calcolano il livello di finitura, il valore del prezioso noce italiano massello, la fattura artigianale.

Nell’anno in cui il Verona va a vincere il suo primo scudetto, il Veneto si avvia ad un ottimo piazzamento anche nella classifica nazionale dell’alta fedeltà.

Bebo Moroni

 

SISTEMA DI ALTOPARLANTI
SONUS FABER MINIMA FM2.
Prezzo L. 70.000 la coppia
(800.000 lire la coppia in versione Black Pearl).
Costruttore: Sonus Faber Lab,
36050 Monteviale (VI).

Tratto da  AUDIOreview n. 40 – giugno 1985