I componenti
In un elenco a parte sono indicati tutti i componenti necessari per la realizzazione del filtro crossover.
La maggior parte di essi è di comune impiego e quindi facilmente reperibile.

I condensatori da 1 uF e da 220 nF devono essere di piccole dimensioni, max 20 mm, altrimenti nel montaggio sul circuito stampato si è costretti a disporli verticalmente. Gli elettrolitici dovranno essere preferibilmente di tipo non polarizzato o bipolare.
Ciò può rendere difficoltosa la reperibilità del componente da 100 uF, poco comune nei normali negozi di componentistica elettronica, ma reperibile presso i rivenditori hi-fi che distribuiscono i componenti Visaton per autocostruttori di diffusori acustici.
In alternativa, questo condensatore può essere sostituito da 2 elementi da 47 uF collegati in parallelo e montati con i segni in opposizione qualora fossero polarizzati.
Gli induttori, che normalmente rappresentano l’ostacolo più arduo per gli autocostruttori di casse acustiche, in questo caso non dovrebbero costituire un problema grazie alle indicazioni riassunte nella tabella 1.

La bobina da 1,8 mH in serie al woofer va realizzata con filo di rame smaltato di 1,12 mm (320 grammi), avvolto su un supporto cilindrico da 25 mm di diametro per 25 mm di altezza, per un totale di 265 spire.
L’avvolgimento può essere eseguito anche a mano, utilizzando come supporto un rocchetto per cerotto (confezione da 5 m x 2,5 cm della Leucoplast).
Per iniziare si pratica un foro da 2 mm radialmente al rocchetto, vicino ad una fiancatina, e si infila un capo del conduttore lasciandone sporgere una decina di centimetri.
Il filo va avvolto con cura su 12 strati da 21 spire, ben serrate, più un tredicesimo strato da 13 spire.
Per mantenere in piano i vari strati conviene interporre ogni tanto una spira di nastro adesivo (va benissimo anche il cerotto, che tra l’altro è già della giusta altezza).
Una valida alternativa per la realizzazione di questo induttore è quella di adattare il componente da 1,9 mH fornito dalla Coral Electronic, che è avvolto su nucleo di lamierini. Per portarlo a 1,8 mH basta togliere solo 4 spire.
Nell’eseguire questa operazione, non conviene dissaldare il filo dal terminale di ancoraggio poiché la plastica del suo supporto facilmente fonde; è meglio tagliare il conduttore in prossimità della saldatura mediante un piccolo tronchese, dopo di che è facilissimo svolgere le 4 spire di troppo.
Per saldare il conduttore è necessario raschiare 10 strato di smalto isolante che lo ricopre. L’induttore così realizzato equivale anche come resistenza DC a quello avvolto in aria, infatti, se da una parte la presenza del nucleo magnetico richiede un minor numero di spire e quindi un conduttore più corto, l’impiego di un filo più sottile compensa la conseguente riduzione di resistenza.
Anche la bobina da 0,18 mH può essere facilmente ricavata adattando uno degli induttori della Coral Electronic; infatti è sufficiente togliere 23 spire alla bobina da 0,25 mH per portarla a 0,18 mH. Comunque anche per questa, come per gli induttori da 1 mH, indichiamo il numero di spire e le dimensioni del supporto per avvolgerla in proprio.
Per queste si utilizzerà del conduttore smaltato da 0,71 mm, per un totale di 180 grammi (30 g per 0,18 mH e 75 g ciascuna per quelle da 1 mH).
Il circuito prevede anche la presenza di tre terminali test-point (TP) che consentono di cortocircuitare il resistore R2 o il condensatore C2 o entrambi ottenendo variazioni dell’ordine del dB in gamma medio-bassa utilizzabili per adattare la timbrica alla particolare installazione (sul prossimo numero saranno pubblicati i relativi grafici).
Realizzazione pratica del crossover
In considerazione del buon numero di componenti presenti nel crossover del “the audio sat“, volendo renderne l’esecuzione veramente facile ed immediata abbiamo previsto l’impiego di un circuito stampato.

I componenti vanno saldati su di esso secondo il piano di montaggio riportato alla pagina a fronte, avendo cura di fissare le bobine con delle fascette ben serrate, eventualmente interponendo dei tamponcini di neoprene o di gomma morbida tra le bobine e la vetronite del circuito, per smorzare possibili vibrazioni.
Uno strato dello stesso materiale può essere frapposto anche tra lo stampato e il legno. Il filtro partitore così realizzato va avvitato sul retro della cassa con dei bulloni passanti, i quali dovranno essere in ottone o in altro materiale buon conduttore (preferibilmente nichelati per prevenirne l’ossidazione), infatti il loro compito non è solo di sostenere la basetta del crossover, ma anche di collegarlo ai cavi interni che porta no il segnale agli altoparlanti.
Se la cassa non è ancora assemblata conviene forare il pannello posteriore, costituito dai pezzi Rl ed R2 dei piani di costruzione del mobile, prima di montarlo; la foratura può comunque essere eseguita senza difficoltà a cassa già montata, essendo lo spazio disponibile abbastanza ampio per operare con un trapano.
Il diametro dei fori sarà uguale o leggermente inferiore a quello dei bulloni, che si prevede di 4 mm. Questi vanno infilati dalla parte interna della cassa, interponendo i capicorda dei cavi ed una rondella; poi vanno serrati dal lato esterno con rondella, dado e controdado, anch’essi conduttori.

Per garantire un’adeguata area di contatto tra i bulloni e le piste di rame corrispondenti e per consentire un buon serraggio dello stampato senza rovinarlo è opportuno interporre delle rondelle d’ottone, facendo attenzione che non siano tanto ampie o così decentrate da arrivare a contatto con le piste adiacenti.
I morsetti d’ingresso vanno montati direttamente sul circuito stampato e saranno preferibilmente del tipo da serrare a mano, con foro d’invito per i capicorda e boccola per bananine.

La parte dei morsetti che sporge sul lato rame del circuito stampato e che dovesse eventualmente sovrastare la distanza tra il circuito ed il pannello può essere affondata nel legno, previa opportuna preforatura, ed ivi incastrata o, se necessario, fissata con un adesivo a due compo nenti (resina epossidica). In alternativa, per un montaggio veramente “ad hoc”, si può inserire una vite amagnetica tra i morsetti d’ingresso e la bobina del woofer, preforando lo stampato al centro della pista ” + input”.

Tutto è possibile
Se non si intende affrontare la spesa (ed i tempi di attesa) per il circuito stampato è comunque possibile eseguire il montaggio per punti, fissando i componenti direttamente su un supporto di masonite o di compensato, oppure si può utilizzare una scheda di vetronite preforata. L’alloggiamento previsto sul retro del mobile è abbastanza ampio da consentire in ogni caso di operare con comodità.

Per essere certi di ottenere una realizzazione funzionale basta attenersi ad alcune regole fondamentali, come quella di disporre gli induttori ben distanziati e possibilmente su piani tra loro perpendicolari, per minimizzare gli effetti della mutua induttanza. È importante anche evitare l’impiego di viti o staffe di ferro in prossimità delle bobine, per le quali agirebbero come nuclei ferromagnetici, alterandone il valore e l’intervento. Per il fissaggio dei componenti, un metodo dei più agevoli e che trova larga diffusione anche a livello industriale è quello di utilizzare della colla termofusibile, la quale si applica facilmente, fa subito presa e consente anche rapidi interventi futuri (basta scaldarla con la punta di un saldatore per scolla re i singoli componenti).

Questo tipo di adesivo necessita, però, di un apposito dispensatore, una specie di saldatore che si carica con candelette termofusibili. I più predisposti all’arte di arrangiarsi non avranno difficoltà a fondere alcune di queste candelette in un pentolino in disuso. Ciascun componente va poi intinto nella colla fusa e portato immediatamente nel punto di fissaggio; ben presto la termofusibile solidifica ed il componente si salda alla base (attenzione, la colla calda non solo può ustionare, ma per staccarla strappa con sé la pelle!).
Mauro Neri
