Yamaha A-S1000

Yamaha è certamente uno dei costruttori storici nel campo dell’alta fedeltà, dato che ha presentato il suo primo prodotto hi-fi (un giradischi) nell’ormai lontano 1955. Un’esperienza ancor più lunga Yamaha la può vantare come costruttore di strumenti musicali, dato che bisogna risalire addirittura al 1887 per trovare il primo organo a canne realizzato da Torakusu Yamaha. Tale esperienza ha consentito a Yamaha di essere oggi il primo produttore al mondo di pianoforti e di altri strumenti musicali e ha creato le premesse per la nascita, all’interno del gruppo, di un’altra realtà molto importante.

Sfruttando le conoscenze nel campo della metallurgia acquisite nella produzione degli strumenti musicali, infatti, nello stesso anno in cui veniva avviata la produzione hi-fi si decise anche di fondare la Yamaha Motor Co., Ltd, dopo aver presentato, l’anno precedente, la prima motocicletta Yamaha (si chiamava YA-1). Si tratta evidentemente di un’altra storia di notevole successo, come testimonia anche il recente titolo iridato conquistato nel campionato mondiale Moto GP, sebbene con il tutt’altro che trascurabile contributo di un eccezionale pilota come il nostro Valentino Rossi e di un grande sponsor come la nostra Fiat. Ma chiudiamo questa breve parentesi di stampo motoristico per tornare su un terreno congeniale alla nostra rivista.

L’amplificatore integrato A-S1000, di cui ci occupiamo in questa prova, rappresenta indubbiamente una tappa importante dal punto di vista della strategia commerciale Yamaha. Ciò risulta evidente anche dal non casuale riutilizzo del numero 1000 nella sigla del modello, numero che, come illustrato nell’apposito box, ha contraddistinto alcuni celebri prodotti Yamaha del passato. La scelta strategica, infatti, è quella di reinterpretare, nel campo tradizionale della stereofonia, il ruolo con il quale il costruttore si era a lungo fatto apprezzare in passato.

Vari grandi marchi nipponici offrono prodotti hi-fi di largo consumo che, pur offrendo il vantaggio di un favorevole rapporto qualità/prezzo, non si distinguono particolarmente per caratteristiche progettuali, qualità costruttiva e livello delle prestazioni. Con apparecchi come l’A-S1000, il lettore SACD/CD CD-S1000 e i modelli superiori della serie 2000, Yamaha dimostra invece di voler continuare ad essere presente nel settore più pregiato della produzione su larga scala, offrendo prodotti raffinati e di notevole qualità, secondo la migliore tradizione del marchio. Ciò comporta ovviamente anche un maggiore costo, ma comunque sensibilmente inferiore a quello di molti apparecchi presenti sul mercato che, attribuendosi con eccessiva disinvoltura la qualifica di high-end, tendono a nascondere dietro una spessa cortina di fumo una qualità intrinseca tutt’altro che eccelsa. Si è già accennato all’esistenza della serie 2000 che si colloca al di sopra della 1000. Tra le due non esistono grandi differenze, come evidenziato più avanti citando alcune caratteristiche progettuali e funzionali del modello superiore A-S2000.

Progetto e costruzione

Nel progetto dell’A-S1000 si è partiti con il prevedere una sezione di alimentazione ben dimensionata ed in grado di servire con adeguata indipendenza e autonomia le altre sezioni dell’apparecchio. Quanto al dimensionamento le foto dell’interno mostrano il generoso trasformatore collocato in posizione centrale subito dietro il pannello anteriore ed i numerosi condensatori elettrolitici di filtraggio. Tra questi ultimi spiccano quattro grossi Nippon Chemi-Con da 18.000 microfarad ciascuno, espressamente progettati per applicazioni audio e altri quattro condensatori Nichicon, due dei quali da 6800 microfarad ciascuno e altri due da 3300 microfarad ciascuno. Nella sezione pre si possono citare la realizzazione completamente a componenti discreti dello stadio di ingresso fono MM/MC e l’adozione di un particolare tipo di potenziometro a tre vie per la regolazione del volume necessario per minimizzare il numero di stadi attraversati dal segnale quando si utilizzano i controlli di tono.

Una volta rimosso il coperchio superiore, che è solidamente fissato all’apparecchio con numerose viti, si notano lungo i fianchi i due ben dimensionati dissipatori di calore dei finali e al centro una larga traversa metallica con due fori quadrati. Attraverso questi fori risultano visibili la parte centrale del generoso trasformatore di alimentazione ed i quattro condensatori elettrolitici per applicazioni audio realizzati dalla Nippon Chemi-Con.

Nella sezione finale è stata utilizzata una circuitazione simmetrica bilanciata e non si è lesinato nel dimensionamento per ciò che concerne sia i dissipatori di calore sia il numero di transistor impiegati in ogni canale (sei). Si può segnalare che nel modello superiore A-S2000, quasi identico all’A-S1000 per molti aspetti, è anche presente un ingresso bilanciato per il lettore CD. Nel complesso la qualità della componentistica impiegata si può considerare molto buona. Non entusiasmante, invece, il cablaggio, che risulta alquanto abbondante e non particolarmente ordinato. A ridosso del pannello posteriore sono presenti tre schede circuitali sovrapposte, sulle quali è impiegata una gran quantità di componenti discreti. A conferma della generosità dei dimensionamenti della sezione di alimentazione e della sezione finale si può evidenziare il notevole peso dell’apparecchio (ben 22 kg).

Funzionalità

Per quanto riguarda le connessioni, l’A-S1000 consente di collegare quattro sorgenti ad alto livello e un giradischi analogico, con fonorivelatore che può essere sia di tipo MM sia di tipo MC. È anche possibile prelevare il segnale di uscita della sezione pre nel caso in cui si desideri utilizzare un finale esterno. Analogamente è prevista la possibilità di accedere direttamente alla sezione finale qualora si voglia collegare un preamplificatore esterno o una sorgente dotata di uscita variabile preamplificata. Sul pannello frontale si può inoltre collegare una cuffia. I controlli di tono intervengono al di sotto dei 350 Hz e al di sopra dei 3,5 kHz e possono variare il livello al massimo di 9 dB a 50 Hz e a 20 kHz .

Sul pannello posteriore si può notare che sono dorati sia i morsetti per il collegamento di due coppie di diffusori sia i connettori PIN coassiali. Per quanto riguarda questi ultimi, tuttavia, esistono delle differenze poiché quelli relativi agli ingressi CD e fono sono di qualità superiore. Si noti anche la presenza del selettore MM/MC, che sul modello superiore A-S2000 è collocato invece sul pannello frontale.

Per rendere più comodo l’utilizzo dell’apparecchio viene fornito un telecomando che consente di selezionare sequenzialmente la sorgente da ascoltare, di regolare il volume e di inserire il muting. Lo stesso telecomando può anche controllare le funzioni di base di un eventuale lettore CD o sintonizzatore di produzione Yamaha. Dal punto di vista funzionale il modello superiore A-S2000 offre in più l’ingresso bilanciato per il lettore CD, la possibilità di adeguare l’uscita cuffia alla sensibilità di quest’ultima e quella di selezionare il tipo di fonorivelatore (MM o MC) del giradischi analogico mediante un interruttore collocato sul pannello frontale, invece che sul pannello posteriore.

L’ascolto

Chiamato a pilotare le mie Dahlquist DQ-10, l’A-S1000 ha dimostrato di non soffrire particolarmente della bassa efficienza dei diffusori e del non favorevole andamento della loro impedenza. Generalmente, infatti, è riuscito a sonorizzare adeguatamente l’ambiente senza evidenziare cedimenti sensibili negli spunti dinamici più impegnativi. Il suono è caratterizzato da una timbrica sana che offre un notevole dettaglio in gamma alta e una buona solidità in quella bassa. Il corretto bilanciamento delle gamme consente un buon adattamento a tutti i generi musicali ed una naturale resa degli strumenti acustici e delle voci. La resa di queste ultime, peraltro, si mantiene buona anche nei cori e nell’impegnativo genere lirico.

Il modello superiore A-S2000 nella versione con finitura chiara, che dovrebbe essere disponibile anche per l’A-S1000 (sul manuale di istruzioni è presente una foto con questo tipo di finitura, ma sul sito web si cita solo la finitura scura).

Non si percepisce ovviamente lo stesso livello di rotondità del suono e di precisione che si può riscontrare su elettroniche di classe superiore, ma i risultati, tenendo conto della categoria di appartenenza, possono certamente considerarsi particolarmente buoni. Anche per ciò che concerne la ricostruzione scenica il comportamento è molto interessante, grazie ad una immagine credibile in termini di dimensioni e ben focalizzata. La prova di ascolto è stata condotta utilizzando come sorgente il lettore CD-S1000, il cui comportamento è stato verificato connettendo saltuariamente una sorgente di categoria superiore, il Marantz SA-11ES che era disponibile nel momento della prova. Sia nella riproduzione dei CD sia in quella dei SACD il CD-S1000 si è molto ben comportato, distinguendosi particolarmente per ciò che concerne il microcontrasto, per il quale non ha affatto sfigurato rispetto al Marantz. Sotto il profilo della naturalezza timbrica e dell’ariosità della gamma alta, invece, l’SA-11SE riesce a ristabilire le distanze e a farsi preferire piuttosto nettamente. Anche per quanto riguarda questi ultimi due aspetti, tuttavia, una volta che si considerino apparecchi di pari categoria, non risulta agevole trovare lettori in grado di comportarsi meglio del CD-S1000.

Conclusioni

Questo ritorno di Yamaha ai componenti stereofonici di qualità offerti a prezzi accessibili deve essere indubbiamente salutato con favore. L’A-S1000 ha infatti dimostrato di possedere notevoli doti che gli consentono di distinguersi nettamente dalla produzione di fascia economica che molti costruttori offrono sul mercato. Se ciò sarà sufficiente per rinverdire i successi di alcuni celebri modelli Yamaha del passato, non è facile prevederlo. Qualora ciò avvenisse sarà comunque un bel segno di maturità in un mercato che spesso tende purtroppo a premiare operazioni commerciali in cui si punta più sull’apparenza che sulla sostanza.
Franco Guida


Le Misure

Anche se rimane qualche watt sotto il dato di targa, la potenza erogata da questo integrato sale piuttosto rapidamente allo scendere del modulo di carico, toccando i 140 watt per canale continui già a 4 ohm. Solo nella curva CCL impulsiva si nota un leggero spianamento sotto i 2.3 ohm, possibile sintomo di un intervento dei limitatori, ma tutte e 6 le tritim eseguite sui 3 diversi tipi di carichi (resistivo, misto induttivo e misto capacitivo) forniscono dati più che positivi quanto a dinamica e linearità, il che comporta la pratica assenza di problemi nel caso di pilotaggio di altoparlanti dall’impedenza anche difficile. Sempre in relazione agli stadi di potenza va notato il buon valore e la perfetta simmetria dello slew rate quanto la bassa e poco variabile impedenza di uscita, che alle alte frequenze non supera i 50 milliohm.

La sezione pre non è per nulla da meno, anzi, incorpora ingressi fono tra i più silenziosi di sempre (87.4 dB di segnale/rumore pesato per l’MM, 77.8 dB per l’MC) e più che apprezzabili sia sotto il profilo della correttezza della deenfasi (sempre migliore di 1 dB) che della dinamica con segnali complessi come il seno+quadra. La silenziosità è peraltro un pregio anche degli ingressi ad alto livello, che superano i 108 dB di S/N “A”. Il regolatore di volume discretizzato non ha alcun problema di bilanciamento anche per attenuazioni estreme, né tantomeno altera significativamente la risposta al variare della posizione. Sotto il profilo dell’interfacciamento non sussistono problemi dal lato ingressi, mentre le uscite di tipo linea (pre e tape) hanno un’impedenza interna dell’ordine dei 1500 ohm e prediligono quindi carichi non troppo capacitivi.
F. Montanucci


Il lettore SACD/CD CD-S1000

Nella nuova serie 1000 Yamaha oltre all’amplificatore è presente un lettore SACD/CD che evidentemente offre il vantaggio di un perfetto abbinamento sotto il profilo estetico. Tale apparecchio, tuttavia, presenta vari altri motivi di interesse, per cui è certamente consigliabile prenderlo in considerazione per quanto riguarda la sorgente da collegare all’A-S1000. I circuiti di alimentazione sono separati per i due canali e sono stati previsti sul trasformatore avvolgimenti separati per l’alimentazione della sezione analogica e di quella digitale.

Particolare cura è stata posta nell’adozione di una meccanica di lettura ad alta precisione e nella realizzazione di un vassoio porta-disco ad elevata rigidità che contribuisce, tra l’altro, a ridurre la rumorosità durante il caricamento del disco. Molto robusta e rigida è inoltre l’intera struttura del CD-S1000, come conferma anche il suo notevole peso (15 kg). Al fine di isolare il più possibile l’apparecchio dalle vibrazioni esterne sono stati realizzati piedini di appoggio particolarmente dimensionati e pesanti.

Per la sezione di conversione D/A è stata scelta un’architettura di tipo differenziale al fine di incrementare ulteriormente le prestazioni dei singoli convertitori. Come lettore SACD il CD-S1000 si limita a riprodurre le registrazioni stereofoniche ed è quindi privo di uscite analogiche multicanale e di uscita digitale ad alta velocità. Sono invece riproducibili dischi contenenti brani MP3 o WMA. Per minimizzare i disturbi sulla sezione audio analogica è stata prevista la modalità di funzionamento pure direct che determina la disattivazione delle uscite digitali e del display. F.Gu.


1000: un numero importante in casa Yamaha

Per ogni costruttore hi-fi alcuni prodotti si possono considerare particolarmente significativi, non solo per il successo di vendite e di critiche riscosso, ma anche perché hanno rappresentato meglio di altri l’immagine che, nel periodo in cui sono stati offerti sul mercato, il costruttore ha voluto dare di sé. È il caso certamente dell’amplificatore integrato Yamaha CA-1000 che, nella metà degli anni Settanta, si impose come una delle più valide espressioni della produzione nipponica, grazie a contenuti tecnici avanzati, prestazioni elevate, ottima qualità costruttiva e design raffinato ed elegante.

Il mitico amplificatore Yamaha CA-1000 prodotto tra il 1974 e il 1976.

Quanto a quest’ultimo si possono segnalare le inconfondibili manopole sottili Yamaha adottate anche sui modelli inferiori della gamma e riprese, come segno di continuità con il passato, anche sul nuovo A-S1000 oggetto di questa prova. Il CA-1000 era un amplificatore integrato di potenza piuttosto elevata per l’epoca (70 W per canale su 8 ohm, 85 W per canale su 4 ohm) che possedeva una caratteristica interessante, la possibilità di funzionare anche in classe A. In tale caso la potenza scendeva a 15 W per canale su 8 ohm e la dissipazione di calore aumentava, ovviamente, in modo considerevole. La qualità costruttiva dell’apparecchio era elevata e ciò continuò a valere anche sul modello successivo CA-1010, che era dotato di Vu-Meter e che fu prodotto nella seconda metà degli anni Settanta. A conferma dell’affidabilità nel tempo di questi apparecchi, posso dire che un esemplare di CA-810 (modello inferiore del CA-1010) è tuttora in funzione nella casa al mare di mia suocera ed ha richiesto solo qualche spruzzata di spray disossidante negli switch e nei potenziometri per eliminare qualche crepitio durante il loro azionamento.

Tornando al capostipite CA-1000, si può aggiungere che l’apparecchio metteva a disposizione una sezione controlli di tono molto flessibile (regolazione separata per ciascun canale, possibilità di scegliere tra due diverse frequenze di intervento sia per i bassi sia per gli acuti, possibilità di escludere del tutto la sezione) e una funzione loudness il cui intervento era regolabile con continuità mediante un apposito potenziometro. Detto questo del CA-1000 non si può non citare un altro famoso prodotto Yamaha che aveva il numero 1000 nella sua sigla. Si tratta dei diffusori monitor NS1000M, dello stesso periodo dell’amplificatore CA-1000, che si distinguevano per l’adozione di midrange e tweeter a cupola con membrana in berillio.

Diagramma circuitale della sezione fono MM/MC realizzata interamente con componenti discreti.

Molti furono gli estimatori di questo riuscitissimo prodotto Yamaha, che ebbe un notevole successo commerciale in tutto il mondo (a conferma di ciò, la produzione andò avanti, sia pur con qualche modifica, per circa un decennio), sebbene fino a quel momento fosse molto radicata la diffidenza circa le qualità sonore dei diffusori giapponesi.

Da quanto fin qui detto appare alquanto evidente che l’aver voluto riutilizzare il numero 1000 nella sigla di nuovi prodotti Yamaha costituisce una scelta alquanto impegnativa. Probabilmente il costruttore nipponico ha ritenuto che, dopo vari anni in cui ha concentrato, con notevole successo, i propri sforzi nel settore multicanale, fosse giunto il momento di dedicarsi con rinnovato impegno allo sviluppo di prodotti stereofonici di qualità.


  • Costruttore: Yamaha Corporation, 10-1, Nakazawa-machi, Hamamatsu City, Shizuoka, Giappone
  • Distributore per l’Italia: Yamaha Musica Italia, Viale Italia 88, 20020 Lainate (MI). Tel. 02 93577268
  • Prezzo: Euro 1200,00

CARATTERISTICHE DICHIARATE DAL COSTRUTTORE

  • Potenza massima: 2×90 W (8 ohm, 20 Hz-20 kHz, 0,02% THD), 2×140 W (4 ohm, 20 Hz-20 kHz, 0,02% THD).
  • Risposta in frequenza: 5 Hz-100 kHz +0, -3 dB (ingressi linea, uscita diffusori).
  • Equalizzazione RIAA: 20-20.000 Hz ±0,5 dB (fono MM e MC).
  • Distorsione armonica totale: 0,015% (ingressi linea), 0,005% (fono MM), 0,05% (fono MC).
  • Rapporto segnale/rumore: 98 dB (ingressi linea), 93 dB (fono MM), 85 dB (fono MC).
  • Sensibilità/impedenza ingressi: 150 mV/47 kohm (linea), 2,5 mV/47 kohm (fono MM), 100 µV/50 ohm (fono MC).
  • Fattore di smorzamento: 160 (8 ohm, 20 Hz-20 kHz).
  • Dimensioni (LxAxP): 435x137x465 mm.
  • Peso: 22 kg

da AUDIOreview n. 294 ottobre 2008

Author: Redazione

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